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Iniezione letale, ma dopo 100 minuti... orrore: che fine fa il condannato a morte

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Cento minuti per morire, cento minuti per vedersi rinviare tutto. Orrore nel carcere di Atmore, in Alabama: l'esecuzione della pena di morte di Kenny Smith, 57 anni, è stata interrotta dopo un'ora e mezza di vani tentativi. L'uomo era stato condannato all'iniezione letale, ma gli infermieri del carcere non sono riusciti a trovargli la vena dove inserire l'ago e iniettargli il mix letale di farmaci. Per questo motivo la governatrice repubblicana Kay Ivey ha sospeso tutte le esecuzioni capitali dello Stato prendendosi il tempo per una riflessione. Non sulla condanna a morte, ma sulle modalità di esecuzione della stessa. L'iniezione letale infatti riserva ancora troppe incognite. In precedenza, infatti, in Arizona per un analogo problema a un condannato era stata fatta un'incisione all'inguine, mentre a un condannato a morte disabile in Texas la puntura era stata fatta nel collo perché impossibilitato a stendere il braccio.

L'esecuzione capitale di Smith (prevista per il 17 novembre ma cominciata solo alle 22.30 per l'ultimo via libera della Corte Suprema, sarà così rinviata. Il suo caso giudiziario, ricorda anche il Corriere della Sera, aveva fatto discutere: nel 1988 un reverendo aveva assoldato lui, ai tempi ventenne, e un altro balordo per assassinare la moglie, per poterne così intascare l'assicurazione sulla vita. Smith esegue e incassa mille dollari. Una settimana dopo, il reverendo si suicida. I due killer vengono processati: per Smith l'accusa chiede l'ergastolo, in virtù della giovane età, dell'adolescenza difficile e del pentimento già manifestato. Niente da fare: il suo complice è già giustiziato, lui dovrà aspettare in un drammatico, grottesco finale di esistenza.

 

 

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