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Ucraina, "a Kherson i russi li hanno rapiti tutti"

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Scenari sconvolgenti alla vigilia del gelido inverno in Ucraina. Secondo il Ministero dell'Interno di Kiev, le truppe russe hanno rapito i sindaci di diverse comunità nell'oblast di Kherson e li hanno portati sulla sponda orientale del fiume Dnipro. Si tratterebbe di una delle forme di rappresaglia dopo la rovinosa ritirata dalla città "annessa" a Mosca poche settimane prima, forse nemmeno la più cruenta. L'altra, infatti, è la minaccia di un nuovo holodomor, la morte per freddo e carestia che già Stalin aveva messo in atto scientificamente negli anni Trenta e che ora Vladimir Putin e le sue alte gerarchie militari starebbero cercando, in qualche modo, di replicare. 

La rete elettrica ucraina infatti ha subito "danni colossali" dopo gli attacchi delle truppe russe, secondo quanto riferito da Volodymyr Kudrytskyi, il numero uno dell'operatore energetico Ukrenergo. E nel giorno in cui il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha avvertito che "dobbiamo essere pronti per una escalation" della guerra, che potrebbe riguardare in particolare la distruzione delle infrastrutture in Ucraina, tutto questo suona ancora più inquietante. 

Al centro dello scontro fra Mosca e Kiev è finito anche il Monastero delle grotte di Kiev, complesso cristiano-ortodosso patrimonio dell'umanità dell'Unesco. La struttura è stata oggetto di perquisizione da parte dei servizi ucraini, insieme a polizia e guardia nazionale, dopo che un sacerdote ortodosso ucraino, durante una messa celebrata il 12 novembre, aveva parlato in modo favorevole della Russia. Una perquisizione altamente insolita per questo sito, da secoli meta di pellegrinaggio, motivata da apparenti sospetti di possibili operazioni sotto copertura russe nella struttura, e che ha evidenziato le profonde divisioni all'interno della Chiesa ortodossa in Ucraina alimentate dall'invasione russa. Il controspionaggio ucraino ha riferito che con la perquisizione si cercavano armi nascoste o cittadini stranieri ed eventuali informazioni di intelligence. E ha fatto sapere di avere aperto un procedimento penale perché nella chiesa si è sentita propaganda "che inneggiava al 'mondo russo'", aggiungendo che stava perquisendo anche un altro sito nella regione di Rivne, 240 chilometri a ovest di Kiev.

La risposta della Russia non si è fatta attendere: il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha accusato le autorità ucraine di "portare avanti una guerra contro la Chiesa ortodossa russa" e ha definito la perquisizione "un altro anello della catena di queste azioni aggressive contro l'Ortodossia russa". Centinaia di comunità ortodosse ucraine hanno tagliato i loro legami con il ramo della Chiesa ortodossa ucraina governato da Mosca, che per lungo tempo è stato una delle principali fonti di influenza e potere russo in Ucraina. Ma altri rimangono fedeli al Patriarcato di Mosca, a cui fa capo il complesso monastico di Pechersk Lavra o Monastero delle grotte. 

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