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Afghanistan, Vittorio Feltri: "Per le donne resta un incubo"

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Vittorio Feltri
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C'era da aspettarselo. In Afghanistan sta succedendo la fine del mondo. Il Paese occupato per venti anni dagli americani e in parte anche dagli italiani, e non si sa a quale scopo, non si è affatto dotato di una sia pur rudimentale democrazia, ma è sprofondato in un regime canaglia. Per dirne una, le donne non potranno più accedere all'università, non meritano di studiare e di svolgere professioni alte. Devono starsene in casa a fare le serve, per giunta maltrattate, a omaccioni violenti dal cervello atrofizzato. Una notizia questa talmente rivoltante che ci fa schifo anche scriverla per informare i nostri lettori delle porcate di cui sono capaci molti - quasi tutti- gli islamici, la cui cultura è un metro sotto quella delle pecore. L'Afghanistan è destinato a rimanere tribale chissà per quanti anni ancora, forse per sempre.

 

 

 

Dopo ben quattro lustri durante i quali dovevano educarsi al rispetto del prossimo, femmine incluse, si sono rivelati impermeabili alla civiltà occidentale. Il problema è che nelle stesse famiglie locali si educano i figli secondo principi religiosi che fanno orrore, considerando le ragazze "minus quam merdam". Non c'è rimedio. Basta vedere come si comportano gli stregoni musulmani che menano il torrone in Iran e di fronte alle giustificate proteste popolari non sanno fare altro che impiccare i giovani ribelli in piazza sotto gli occhi pieni di sgomento dei cittadini. Sarebbe interessante chiedere agli americani per quale arcano motivo si siano trattenuti a Kabul per due decenni se il risultato che hanno ottenuto è quello di confermare l'inferiorità delle signore.

 

 

 

Inoltre vorremmo sapere perché i nostri connazionali in armi siano corsi, su ordine dei governi, nel Paese del Terzo Mondo senza riuscire a modificare di una virgola i costumi primitivi in vigore da quelle parti. In realtà non c'è nessuno da noi che abbia sollevato il problema. Molti soldati che hanno combattuto in Afghanistan sono morti e non si capisce perché l'Italia abbia chiamato la campagna "missione umanitaria". Invitiamo i partiti di maggioranza e di opposizione a fare un minimo di chiarezza sul fatto che correre appresso agli americani significa solo spargere sangue e non concludere nulla di positivo.

 

 

 

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