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Charlie Hebdo, numero speciale contro l'Iran: minacce alla Francia

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Il settimanale satirico francese Charlie Hebdo ha dedicato il nuovo giornale alle proteste iraniane iniziate con l’uccisione di Mahsa Amini, una donna curda di 22 anni morta in carcere il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non aver indossato correttamente il velo. Un numero speciale in occasione dell'anniversario dell'attentato di cui è stato vittima che raccoglie i disegni raccolti dopo il lancio, a dicembre, di un concorso internazionale con il quale si invitavano i vignettisti di tutto il mondo a realizzare una caricatura di Ali Khamenei, la Guida suprema dell’Iran, cioè la figura politica e religiosa più importante del paese. Detto, fatto. Come spiegato nell'editoriale firmato dal direttore Laurent Sourisseau, in arte Riss, oltre a migliaia di minacce Charlie Hebdo ha ricevuto più di trecento disegni. Ne ha selezioni trentacinque e "i più originali e più efficaci" li ha pubblicati nel numero speciale. Gran parte delle vignette sono opera di persone iraniane, la maggior parte delle quali si è rifugiata all’estero per scappare dal regime. Alcune vignette, ha spiegato Riss, sono "accademiche" e lontane da quelle pubblicate di solito dal settimanale, altre ancora non sono state fatte da professionisti, ma la cosa più importante era "far sentire alle persone che non sono sole".

 

 

Di certo le vignette hanno colto nel segno mandando su tutte le furie il regime iraniano. Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdullahian ha replicato in un tweet alla pubblicazione di Charlie Hebdo. «L’atto ingiurioso e indecente di una testata francese nel pubblicare vignette contro le autorità religiose e politiche non sarà efficace senza una risposta decisa ed efficace», scrive Abdullahian su Twitter, come riporta Bbc Persia. Senza nominare apertamente Charlie Hebdo, il ministro iraniano si scaglia contro il governo francese: «Non lo permetteremo». Ma intanto Charlie Hebdo ha detto la sua attraverso vignette che sostengono la causa degli iraniani che protestano. A cominciare da quella di copertina firmata dallo stesso Riss che ha disegnato una donna supina, nuda, sorridente, con i capelli al vento, che divarica le gambe e fa scomparire dentro la sua vagina una fila di piccoli mullah. Il titolo è: “Mullah, ritornate da dove siete venuti!”. In un’altra vignetta, l’ayatollah Khamenei si prende lo slogan delle donne curde “Donna, Vita, Libertà” come fosse un pugno in faccia, mentre in un’altra ancora un mullah finisce schiacciato sotto un tacco. In un disegno, la guida suprema dell’Iran è come Marilyn Monroe nella famosa scena del film “Quando la moglie è in vacanza”, e il suo vestito viene sollevato dal vento causato dal vortice dei veli da cui le donne si sono liberate.

 

 

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