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Greta Thunberg? In Germania non se la fila nessuno...

Greta Thunberg

Daniel Mosseri
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Ha parlato in televisione, ha apostrofato i dimostranti a Lützerath prima degli scontri più intensi con la polizia; l'indomani è stata spostata di peso lontano dai margini della miniera. Fine dell'apparizione di Greta Thunberg in Germania: l'attivista svedese verrà ricordata forse di più per quello che ha detto ad Anne Will, che da undici anni dirige sul primo canale un seguitissimo talk show a cui dà addirittura il nome, anziché per il suo incontro con le forze dell'ordine. Thunberg è stata intervistata dalla stessa Frau Will, che per lei si è spostata in un paesino vicino a Lützerath, il borgo conteso dagli attivisti del clima da una parte e dal gigante energetico Rwe dall'altra. La scena è bucolica è Anne Will intervista Greta in una fattoria mentre le galline razzolano davanti alle telecamere. 

Will segnala a Thunberg che il paesino da dove stanno parlando è uno dei cinque borghi che saranno salvati dalle ruspe in cambio del sacrificio di Lützerath; poi le ricorda che se è vero che Rwe estrarrà nuova lignite da sotto il paesino della discordia è altrettanto vero che spegnerà le sue centrali a carbone nel Nord Reno-Vestfalia - regione da 18 milioni di abitanti - «8 anni prima del previsto, come auspicato da voi di Fridays for Future». Greta risponde per slogan: «Io sono un'attivista: non sta a me giudicare i compromessi fra un governo e un'azienda che distrugge l'ambiente». Ma c'è la crisi energetica, ribatte Will, la guerra in Ucraina... «La gente muore perché il clima è malato, dovremmo occuparci di questo».

 

AMBIENTE MA PURE BENESSERE
Ieri il vicecancelliere e ministro dell'Economia Robert Habeck ha indirettamente risposto alle critiche degli ecologisti militanti ricordando al quotidiano economico Handelsblatt che la decisione di permettere a Rwe di estrarre l'odiata lignite da sotto a Lützerath si è resa necessaria per ridurre il consumo di gas. «È un peccato in termini di politica climatica, e naturalmente dovremmo lavorare perché questo peccato duri meno possibile», ha spiegato l'esponente dei Grünen accusato di essere un «traditore» del clima. Ma dopo la performance di Greta sul primo canale forse i timori dei Verdi sono un po' rientrati: i tedeschi sono convinti ambientalisti, amanti della bicicletta e del riciclo di ogni bene. Ma sono anche gran guidatori di macchinoni lanciati a massima velocità sulla rete autostradale, gran mangiatori di carne, e amano avere le proprie case ben riscaldate. I costumi stanno cambiando anche in Germania, e Lützerath è l'ultimo di 300 villaggi evacuati negli ultimi 100 anni nel paese per fare posto alle miniere. Anche questa è una vittoria dell'ecologismo realista di cui i Verdi tedeschi si sono fatti interpreti inanellando una serie di vittorie elettorali.

 

GIÀ DUE RIGASSIFICATORI
Più sensato è semmai contestare il loro antinuclearismo esercitato anche in anni di magra di gas a causa della guerra russo-ucraina. Fra la lignite che sprigiona CO2 e le centrali nucleari già attive nel paese forse anche Greta avrebbe scelto le seconde. I Grünen hanno invece imposto a Olaf Scholz di chiuderle entro il prossimo aprile. Comunque vada, la sfida delle rinnovabili non è per domani e nei prossimi anni i tedeschi continueranno a scaldarsi con l'atomo, il carbone o il gas. Nel giro delle ultime settimane il cancelliere ha inaugurato due rigassificatori messi in piedi in tempi record mostrandosi sorridente e soddisfatto (forse pensava a Piombino). Neppure Scholz sembra avere troppa pazienza con gli ecologisti radicali: parlando ieri alla Faz la portavoce del governo federale, Christiane Hoffmann, ha stigmatizzato la violenza di alcuni militanti contrari all'arrivo delle ruspe nel borgo renano. «A Lützerath è stata superata una linea rossa, e noi condanniamo la violenza espressamente». Rwe ha intanto confermato che lo sgombero è stato completato lunedì dopo che gli ultimi due attivisti che resistevano in un tunnel di Lützerath si sono «arresi» tornando alle proprie case.

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