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Xi Jinping, il segreto delle tazze: un terribile messaggio in codice

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Carlo Nicolato
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Tutti i comunisti sono uguali, ma alcuni, si sa, sono più uguali degli altri. Nella Cina di Xi Jinping il più uguale di tutti è proprio lui, il presidente, che già dal 2018 ha eliminato i limiti temporali del suo potere spianando la strada al terzo mandato, affidatogli formalmente dai vertici del Partito Comunista nell’ottobre dello scorso anno, e ad altri potenziali quinquenni. Per mostrare tale ineluttabile superiorità che gli deriva dalla violenza ideologica Xi usa metodi antichi che fanno parte del rigido protocollo della politica cinese legata a simboli oscuri di difficile interpretazione.

Il giapponese Katsuji Nakazawa, corrispondente di lunga data dalla Cina della Nikkei News Agency, è stato il primo a notare che già da qualche tempo, almeno dal 2018, durante le riunioni dell’annuale Congresso nazionale del popolo, di fronte al presidente Xi vengono poste due tazze di tè, rigorosamente bianche, anziché una come spetta agli altri sei membri del Comitato permanente del Politburo. Un particolare importantissimo, sostiene Nakazawa, che dice molto di più di quanto non sembri a prima vista, un privilegio che ha poco a che vedere con la palese differenza numerica.

 

 

Per capire il messaggio intrinseco bisogna conoscere la metafora della tazza di tè che viene sottilmente utilizzata nella politica cinese quando qualche alto papavero di partito viene messo in disparte e perde da un momento con l’altro ogni potere: “Ren zou, cha liang” dicono, alla lettera “il tè diventa freddo quando le persone si allontanano”, ovvero ai funzionari messi da parte non ci sarà più nessuno ad attenderli anche nelle piccole cose, come appunto versare acqua bollente nella tazza. Il loro tè dunque è destinato a raffreddarsi. Anche all’ultimo Comitato permanente aperto qualche giorno fa Xi ne aveva due di tazze, oltre a un attendente con il preciso compito di versare, solo a lui, il prezioso infuso.

 

 

Questo significa, sostiene Nakazawa, che il presidente cinese non rimarrà mai senza tè caldo, che finita la prima tazza ne avrà sempre un’altra pronta. Se la prima delle due tazze di tè rappresenta i suoi primi due mandati quinquennali, dal 2012 al 2022, la seconda dovrebbe voler dire che il suo regno continua ancora per dieci anni, cioè altri due mandati, facendo di lui, di fatto, un presidente a vita. Il serissimo gioco del tè di Xi però non è solo un messaggio a consumo interno, ma probabilmente rappresenta anche una metafora della scena internazionale, dove le due tazze rappresentano gli Stati Uniti e la Cina, la prima che si svuota e la seconda che si riempie. Ovvero il sorpasso in termini di potenza economica, capacità tecnologica e potere nazionale globale della Cina agli Usa che secondo i calcoli di Pechino potrebbe arrivare entro il 2035. Per vedere ciò, sempre che avvenga davvero, a Xi Jinping serviranno più di altri due mandati e un po’ di fortuna per vivere abbastanza a lungo. Sempre che il partito non decida nel frattempo che anche per lui è arrivato il momento del “ren zou, cha liang”.

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