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Drone ucraino con esplosivo cade a Mosca, attacco a Sebastopoli. Cosa sta succedendo

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È giallo su un drone ucraino che trasportava 17 chilogrammi di esplosivo, precipitato nella periferia di Mosca. Il drone è stato trovato da una residente in un’area boschiva vicino a Noginsk nel pomeriggio del 23 aprile. La donna ha riferito alla polizia di aver trovato un grosso drone a 300 metri da casa sua. Il drone caduto era un UJ-22 Airborn di fabbricazione ucraina, lungo 3,5 metri. Sembra che abbia esaurito il carburante nel serbatoio. All’interno del drone sono state trovate circa 30 bricchette, del peso di 570 grammi ciascuna, con all’interno dell’esplosivo. Si sospetta che il drone, caduto nei pressi di Noginsk, fosse caricato con cariche di C4. Gli artificieri hanno dovuto lavorare sul luogo dello schianto del drone per circa cinque ore. Non si sa ancora da dove sia stato lanciato il drone.

Le autorità russe hanno inoltre dichiarato di aver respinto un’incursione di droni di superficie contro il quartier generale della flotta del Mar Nero nel porto annesso alla Crimea di Sebastopoli, senza vittime o danni. "Un tentativo di attacco a Sebastopoli è stato respinto alle 3:30 del mattino", ha dichiarato su Telegram il governatore russo di Sebastopoli, Mikhail Razvojaev. "Un drone di superficie (navale) è stato distrutto dalle forze anti-sabotaggio, il secondo è esploso da solo", ha aggiunto, affermando che l’attacco è stato respinto in una rada fuori dal porto e "nessuna infrastruttura" è stata danneggiata. I droni navali di superficie sono imbarcazioni senza equipaggio che operano sulla superficie dell’acqua.

"Al momento, tutto è tranquillo in città. Ma tutte le forze e i servizi sono pronti al combattimento", ha aggiunto Mikhail Razbojaev. Sebastopoli è il porto d’origine della Flotta russa del Mar Nero. Dall’inizio dell’offensiva contro l’Ucraina nel febbraio 2022, la Crimea, annessa alla Russia nel 2014, è stata più volte bersaglio di attacchi aerei e navali con droni. A metà aprile, le autorità hanno annunciato la cancellazione delle celebrazioni del 1 e del 9 maggio (data della fine della Seconda guerra mondiale in Russia) nella penisola, adducendo "problemi di sicurezza".

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