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Sarkozy, Feltri senza pietà: rideva di Berlusconi? Ancora oggi paghiamo i suoi danni

 Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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 Succede spesso ai bulli, si danno tante arie, sfo**o questo e quello, poi vengono fo**ti loro e allora piangono, gridano all’ingiustizia e si disperano. La storia di Sarkozy rientra in tale quadro. L’ex presidente della Francia che si dava tante arie e si sentiva un padreterno, al punto di ridere in faccia a Berlusconi impegnato in un discorso tutt’altro che cretino, è stato ora condannato a tre anni di reclusione per corruzione, un reato che per un politico, specialmente di vertice, è un’onta benché meritata. L’ex caput dei transalpiniprobabilmente eviterà il carcere in ossequio a norme generose in vigore ormai in vari Paesi, Italia compresa. Tuttavia egli dovrà mettersi il famoso bracciale almeno per 12 mesi, come un delinquente qualunque, il che è un duro colpo perla sua reputazione. Quando un uomo subisce i rigori della legge, noi non gioiamo, anzi ne siamo addolorati in quanto consideriamo la prigione, anche virtuale, una punizione degradante per tutti.

 

 


Ma nel caso di specie ci viene quasi da ridere se pensiamo alla spocchia del parigino manifestata durante il suo approccio a Berlusconi, durante il quale prese per i fondelli il Cavaliere nel corso di un colloquio istituzionale. Come, tu osi spernacchiare un tuo collega di una nazione amica, e solo un po’ di tempo dopo vieni spernacchiato in un tribunale che ti manda dietro le sbarre o comunque ti considera un mariuolo. Si dà il caso che il nostro Silvio sia un signore che ancora conta parecchio nel nostro Paese, mentre tu bullo - e ripeto bullo - devi contare i mesi di carcere che devi scontare avendo commesso delle scorrettezze gravi e imperdonabili.

 

 


La fama di Sarkozy non è mai stata un esempio di limpidezza. Non dimentichiamo che fu lui, con l’appoggio degli americani- altra gente che ti raccomando - che andò in armi in Libia, per ragioni petrolifere allo scopo di stecchire Gheddafi per impadronirsi del suo oro nero. Cosicché l’Italia si trovò in brache di tela, non soltanto per il deficit di carburante, ma pure a causa dell’aumento spaventoso, di cui soffriamo tutt’ora, degli immigrati. Tra l’altro adesso per noi non è facile avere rapporti fraterni con i francesi, visto che ogni due per tre ci accusano di non gestire gli stranieri provenienti non solamente dall’Africa, polemizzano con la nostra Giorgia Meloni, quando loro sono protagonisti di indicibili crudeltà nei confronti degli extracomunitari che tentano di entrare nei loro territori. Non per questo noi odiamo i nostri cugini nei confronti dei quali abbiamo rispetto e spesso ammirazione, però ci piacerebbe che smettessero di trattarci quali pari quando proprio loro sono tali e quindi indegni di essere lodati. Nonostante tutto auguriamo a Sarkozy di tornare presto in libertà pregandolo di tenere la bocca chiusa e di chiedere scusa per aver provocato la morte del colonnello libico.

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