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Putin e Prigozhin, "il bubbone è scoppiato": la profezia del generale Capitini

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"Il bubbone è scoppiato" e da oggi per Vladimir Putin "non è più possibile fare il doppio gioco". E' tranchant il giudizio del generale Paolo Capitini, che analizza ai microfoni del Tgcom24 le conseguenze del tentato golpe di Evgeni Prigozhin, capo delle milizie private del Gruppo Wagner. Un sabato di caos senza precedenti in Russia, che ha rinviato Mosca ai tempi, drammatici, del colpo di stato militare fallito contro Gorbaciov nel 1991. Allora, il presidente dell'Unione Sovietica ormai in disfacimento fu "salvato" dall'allora premier Boris Eltsin, che salì sui carri armati fermi davanti alla "Casa Bianca" e, di fatto, da lì a pochi mesi si prese il potere per via democratica.

Difficile dire se anche Putin abbia i mesi contati, e "cosa succederà adesso è la domanda delle domande". Di sicuro, spiega il generale Capitini, "il bubbone nellʼoligarchia russa è scoppiato. Ora Putin non può più giocare a tenere buoni l'uno e l'altro, facendo parlare Prigozhin e sostenendolo militarmente e tenendo tranquillo l’esercito". La rottura tra Prigozhin e i vertici militari ufficiali, Gerasimov e il ministro della Difesa Shoigu, è conclamata e va avanti da mesi, con il Cremlino che tace di fronte alle durissime accuse del capo di Wagner. Quando quest'ultimo ha deciso di forzare la mano e portarsi fino alle porte di Mosca, il regime ha reagito con grande imbarazzo e tentennamenti, preferendo un accordo alla repressione violenta dei miliziani ribelli. 

Al momento, spiega il generale italiano, mancano due protagonisti in questa vicenda: "Il popolo, che non è per strada e non manifesta, e l'esercito soprattutto, che conta centinaia di migliaia di persone, in parte in Ucraina e in parte nei distretti militari in Russia. Al momento l'esercito sta con Putin e così Kadydov, leader dei ceceni. Quando un elemento debole sceglie la parte forte ti fa capire chi può prevalere nel conflitto".

 

 

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