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Nicolai Lilin, la pagliacciata del Cremlino: una indicibile verità

Nicolai Lilin
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Una volta il classico russo Nicolai Leskov, in uno dei suoi romanzi ha detto che, quando la società inizia a prendere sul serio un pagliaccio che si esibisce al circo, questo non fa del pagliaccio una persona seria, bensì trasforma l’intera società in un circo. Quello che ieri mattina è accaduto in Russia, in qualche senso si può associare alla tesi espressa da Leskov più di 100 anni fa. Il governo russo ha dato la vita ad una creatura, che come nella storia del rabbino di Praga e del golem, si è rivoltata contro il proprio creatore. Chi ha creato lo strumento stesso della compagnia privata Wagner senza alcuna base legale, chi ha dato a questo “golem” un potere senza precedenti, chi ha dato loro l’impunità - compresa l’uccisione di ufficiali militari russi, sicuramente immaginava dove si andava a parare. Non era difficile comprendere in cosa si sviluppava, col tempo, il potere senza limiti precisi dell’agenzia che in realtà per anni ha svolto il ruolo della filiale privata dei servizi segreti russi, assumendo un potere straordinario grazie alle missioni nei paesi esteri, specie in Africa, dove ha persino le quote nella gestione delle terre rare, il che non si può nemmeno quantificare con il denaro perché si tratta di uno strumento geostrategico che non ha alcun prezzo.

 


IL GOLEM
Prigozhin, il capo della Wagner, quel “golem” del potere del Cremlino, ha preso il controllo sulla città Rostov sul Don, nelle prime ore di ieri mattina. Ha sotto il suo controllo il quartier generale del Distretto Militare Sud e il Dipartimento degli Affari Interni della regione di Rostov (e probabilmente anche l’ufficio locale dell’FSB). Sta negoziando con le autorità locali e alcuni rappresentanti del Cremlino. Minaccia di marciare su Mosca. Si vanta di aver abbattuto tre elicotteri delle forze armate della Federazione russa e promette di abbatterne altri. Ha ottenuto il suo primo grande successo. Ora parla di una guerra civile, che in realtà non si scatenerà, perché il Cremlino ha la maggioranza del popolo dalla propria parte. L’oppositore di Putin, immigrato in Austria ex oligarca russo Khodorkovsky ha chiesto al popolo russo di sostenere Prigozhin. Non è affatto sorprendente. C'era da aspettarselo. Ma quando i funzionari e i propagandisti russi in carica inizieranno a «sparare di nuovo» sarà più divertente. E hanno già iniziato. Ad esempio, Shurygin ha già «dichiarato la neutralità». Una sciocchezza, certo, ma una sciocchezza miliare... Gli insorti hanno marciato con successo attraverso Voronezh verso Lipetsk. Si vantano di aver abbattuto avamposti della Rosgvardiya e di aver catturato le insegne di svariate unità.

 


RAGNI IN SCATOLA
Putin, nella sua dichiarazione, afferma che nella situazione attuale ogni ufficiale onesto, consapevole del proprio giuramento, è obbligato a opporsi agli insorti. Indipendentemente da ciò che pensa del Presidente in carica, del Ministro della Difesa, ecc., si tratta di rimanere fedeli al senso stesso dello Stato. In tutto questo il potere di Putin all’interno della Russia non è così danneggiato come la sua immagine al di fuori dal paese. Il suo sistema verticale per ora è intatto, perché l’ammutinamento è avvenuto nel sistema esterno, parallelo a quelli sui quali si regge il Cremlino (FSB - i servizi di sicurezza federale, il ministero della difesa e il ministero degli interni). Lui sta osservando in modo machiavellico la lotta tra i ragni in scatola, anche se ha già dato le preferenze a uno dei due, il corrotto e incapace ministro della difesa Shoigu, l’unico merito del quale è quello di essere fedele fino all’ultimo al suo presidente. 

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