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Quirico, "Il mostro Putin? C'è un solo modo per arrivare alla pace"

 Vladimir Putin

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"Per dar corpo alla iniziativa diplomatica occorrerebbero furberie, cavilli, tattiche anche impudenti, e soprattutto tanto coraggio politico" e soprattutto "si dovrebbe attribuire al mostro Putin, internazionalmente ricercato per furto di bambini, la qualifica di controparte. Altrimenti", scrive Domenico Quirico in un lungo articolo su La Stampa, "in attesa della reincarnazione di Prigozhin o della mano dell'Onnipotente, senza questa opportunistica riabilitazione con chi la si esercita, la diplomazia?".

Il ragionamento è che "la resa incondizionata non ha bisogno di nessuna diplomazia. Si dettano ordini. Il vinto obbedisce. Non ha scelta" e "se questo è lo scopo si lascino i fantasmi diplomatici nel loro inutile limbo. Ma siamo in grado di imporre alla Russia la resa senza condizioni? E come?", si chiede il giornalista.

 

 

Intanto "la guerra accumula il suo arsenale di orribili fatti. I soliti: morti bombardamenti avanzate minuscole e ritirate minuscole". "Intanto la guerra cresce con i suoi lieviti cattivi, non perde tempo in cineserie verbali, punta al pratico". E attenzione, osserva Quirico, "gli alti comandi ucraini nella persona del capo di stato maggiore Valeriy Zaluzhnyi con tutti suoi generali sono stati convocati al confine polacco dagli alti comandi della Nato", "non il solito incontro per discutere quanti missili e quante munizioni mancano, eternamente, agli ucraini per vincere. È stata la convocazione di un esercito vassallo per dare ordini, in particolare, pare, l'ingiunzione a cambiare radicalmente la strategia, non più perder tempo a Est ma provare a colpire a Sud per spaccare in due le linee, peraltro assi munite, dei russi".

 

 

E gli "scolaretti ucraini" hanno obbedito. "Che sia una buona idea tattica si vedrà. Quello che è verificabile subito è che la non belligeranza, peraltro assai ipocrita e puntellata su acrobazie definitorie con cui si copriva la attività della coalizione occidentale, è caduta. La guerra è nuda. Ma se l'esercito ucraino prende ordini dai comandi occidentali su come operare sul campo allora cade il tabù: da tredici giorni siamo in guerra con la Russia", conclude Quirico. 

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