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Papa Francesco "scordato" in anticamera, lo sfregio di Macron: ecco il video

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Anche i Pontefici aspettano. Stanno facendo il giro del mondo le immagini dello "sfregio" di Emmanuel Macron a Papa Francesco, costretto ad attendere in anticamera prima di incontrare faccia a faccia il presidente francese. 

Dopo il suo discorso alla sessione conclusiva degli "Incontri sul Mediterraneo" al Palais du Pharo di Marsiglia, Bergoglio ha in programma l'incontro con il Capo di Stato. Nel video, condiviso anche dal profilo X di TgLa7, si vede il Santo Padre seduto da solo su una poltrona, con lo sguardo tra l'annoiato e il corrucciato. Quindi, finalmente, il leader di En Marche (che nei giorni scorsi si era difeso alle accuse di scarsa laicità mossegli dalle opposizioni sottolineando di incontrare il Papa di fatto solo per "dovere di ospitalità") si è presentato e i testimoni riferiscono di un incontro privato nel quale i due si sono salutati "molto calorosamente, tra sorrisi e strette di mano". Almeno questo.



Il Papa aspetta Macron in anticamera: guarda qui il video

 

Il Papa, che nonostante gli inviti ha sempre preferito rimandare la attesa visita di Stato a Parigi preferendo dare priorità ai piccoli Paesi europei, ha ricordato più volte che quella di Marsiglia non sarà una visita di Stato in Francia ma una visita consacrata alla tragedia dei migranti. E così, al termine del discorso agli Incontri del Mediterraneo sui migranti, Bergoglio ha fatto un accenno scherzoso. "Cari fratelli e sorelle, sono contento di essere qui a Marsiglia. L'Arcivescovo mi ha invitato a vedere la Francia ma mi ha detto importante che venga a visitare Marsiglia". Macron, inquadrato, ha sorriso alla battuta.

Tanti i temi affrontati nel discorso pubblico del Pontefice. Innanzitutto, "l'inverno demografico": "Oggi abbiamo il dramma di confondere i bambini coi cagnolini", ricordando l'immagine ricorrente di signore che nel passeggino "portano cagnolini" e non bambini. "Questa confusione - ha commentato a Bergoglio - ci dice qualcosa di brutto". 

Nel suo intervento agli Incontri sul Mediterraneo, il Papa si è espresso nuovamente contro l'eutanasia, tema molto dibattuto in Francia nell'ultimo periodo. "Chi presta ascolto al gemito degli anziani soli che, anziché esser valorizzati, vengono parcheggiati, con la prospettiva falsamente dignitosa di una morte dolce, in realtà più salata delle acque del mare?". 

Ovviamente, poi, la questione immigrazione: "Sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà nell'accogliere. I migranti vanno accolti, protetti o accompagnati, promossi e integrati. Se non si arriva fino alla fine, il migrante finisce nell'orbita della società. Accolto, accompagnato, promosso e integrato: questo è lo stile. È vero che non è facile avere questo stile o integrare persone non attese, però il criterio principale non può essere il mantenimento del proprio benessere, bensì la salvaguardia della dignità umana".

"Coloro che si rifugiano da noi non vanno visti come un peso da portare: se li consideriamo fratelli, ci appariranno soprattutto come doni - ha aggiunto il Pontefice -. Domani si celebrerà la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Lasciamoci toccare dalla storia di tanti nostri fratelli e sorelle in difficoltà, che hanno il diritto sia di emigrare sia di non emigrare, e non chiudiamoci nell'indifferenza. La storia ci interpella a un sussulto di coscienza per prevenire il naufragio di civiltà". Bergoglio auspica più accoglienza: "Il futuro, infatti, non sarà nella chiusura, che è un ritorno al passato, un'inversione di marcia nel cammino della storia. Contro la terribile piaga dello sfruttamento di esseri umani, la soluzione non è respingere, ma assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari, sostenibili grazie a un'accoglienza equa da parte del continente europeo, nel contesto di una collaborazione con i Paesi d'origine".

"Dire 'basta', invece, è chiudere gli occhi; tentare ora di 'salvare sé stessi' si tramuterà in tragedia domani, quando le future generazioni ci ringrazieranno se avremo saputo creare le condizioni per un'imprescindibile integrazione, mentre ci incolperanno se avremo favorito soltanto sterili assimilazioni. L'integrazione, anche dei migranti, è faticosa, ma lungimirante: prepara il futuro che, volenti o nolenti, sarà insieme o non sarà; l'assimilazione, che non tiene conto delle differenze e resta rigida nei propri paradigmi, fa invece prevalere l'idea sulla realtà e compromette l'avvenire, aumentando le distanze e provocando la ghettizzazione, che fa divampare ostilità e insofferenze".

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