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Israele sotto attacco, Netanyahu tradito dai militari? Il sospetto sui riservisti

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Un brutale attacco a Israele, quello mosso da Hamas. Un attacco che sembrava impensabile, tanto che ci si interroga su eventuali falle nei servizi di sicurezza, in quel Mossad che ha la fama di miglior servizio segreto del mondo. E ovviamente nel mirino ci finisce il premier, Benjamin Netanyahu, il quale nel giorno dell'attacco, a sera, rivela di aver invitato i leader dell’opposizione Yair Lapid e Benny Gantz a unirsi al governo di unità nazionale che dovrà guidare Israele nella risposta all’attacco senza precedenti lanciato da Hamas sabato mattina. Un appello che può apparire scontato, ma che ha un enorme peso specifico: il governo di Netanyahu, infatti, è considerato quello più a destra nella storia di Israele e doveva fronteggiare una fortissima opposizione interna.

In particolare, al premier viene contestata la riforma giudiziaria con cui viene aumentato il controllo sulla Corte Suprema e sulla magistratura. E lo scorso marzo gran parte dei riservisti dell'esercito si unirono alle proteste contro la riforma, minacciando di non presentarsi in servizio in caso di necessità. Un duro colpo, per la sicurezza di Israele, che si basa in gran parte proprio sul ruolo dei riservisti.

 

 

E da quella rivolta, soltanto minacciata, in Israele ci si è molto interrogati sulla sicurezza dello Stato. Possibile che lo strappo abbia avuto un ruolo nell'attacco subito da Israele sabato? Per certo da più parti si ha la sensazione che ci sia stata una falla nelle forze armate, che non sono riuscite a intercettare un piano, quello di Hamas, che per certo è frutto di una lunga preparazione. A queste domande sarà chiamata a rispondere una commissione d’inchiesta, che è già stata lanciata: a gestirla sarà con tutta probabilità proprio Gantz, che chiede nel nuovo governo di unità nazionale il ministero della Difesa, poltrona che aveva già occupato in passato, lui che è ex Capo di Stato maggiore.

 

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