Cerca
Cerca
+

Israele, "che fine hanno fatto gli italiani scomparsi": indiscrezioni drammatiche

Esplora:

Matteo Legnani
  • a
  • a
  • a

«È probabile che due italo-israeliani siano ostaggi nella striscia di Gaza». Arriva, come si poteva temere, alla Farnesina il dramma del centinaio circa di persone rapite dai miliziani di Hamas e della Jihad islamica durante le prime ore dell'attacco in territorio israeliano di sabato mattina.

Ieri, nel corso dell'audizione nell'aula del Senato, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riferito che dopo i controlli effettuati a tappeto nelle ultime 72 ore, all'appello mancano due cittadini italo-israeliani, che risultano ufficialmente dispersi. Si tratta di Eviatar Moshe Kipnis e Lilach Lea Havron.

Prima della sparizione, vivevano nel kibbutz di Bèeri, preso d'assalto da terroristi di Hamas nella mattinata di sabato. Il video della telecamera di sorveglianza, rilanciato da The Times of Israel, mostra due combattenti arrivare all’ingresso di Bèeri senza riuscire in un primo momento a sfondare la barriera di sicurezza. Li si vede quindi nascondersi sul lato della strada e in una cabina solitamente presidiata da una guardia di sicurezza, per tendere un’imboscata a un’auto che entra. I due miliziani uccidono gli occupanti dell’auto mentre il cancello di sicurezza si apre e i due entrano.

Il figlio della coppia, Nadav Kipnis, ha raccontato a Quarta Repubblica su Retequattro che «l’ultima volta che li abbiamo sentiti è stato alle 9 di mattina di sabato. Sappiamo di sicuro che erano nella safe room (nel kibbutz di Bèeri, ndr), ma l’ultima cosa che abbiamo sentito da loro è che i terroristi stavano cercando di entrare e di forzare la porta. Nell’ultima telefonata hanno detto che stavano sparando sulla porta e stavano cercando di entrare e questa è l’ultima cosa che sappiamo.

Mio padre, come si vede dalle fotografie, è disabile e ha una malattia che rende molto debole il suo sistema immunitario e anche i suoi muscoli. Speriamo che possa avere i farmaci di cui ha bisogno, ma la priorità è portarli subito a casa».

Non si hanno notizie anche di dieci italiani, inclusa una bambina di un anno, residenti nella striscia di Gaza. E, ha spiegato ancora Tajani al Senato, «non abbiamo notizie certe neanche di altri gruppi di italiani che non si sono iscritti sul sito e non hanno scaricato l'app Viaggiare sicuri, attivando la geolocalizzazione. Riteniamo che siano circa mille che si aggiungono ai 18mila residenti in Israele. Da sabato mattina stiamo lavorando incessantemente, tramite un contatto costante con l'Unità crisi, con ambasciate e consolati, anche a Beirut, per avere il quadro più chiaro possibile nel minor tempo possibile». Intanto, la diplomazia internazionale è al lavoro per sbloccare la situazione e avviare la liberazione di alcuni degli ostaggi. L’ipotesi in campo sarebbe quello di scambiare donne e bambini - israeliani e non solocon le donne e i bambini palestinesi nelle carceri israeliane. In realtà tanto Hamas che Israele negano che ci sia un negoziato ma, secondo la Bbc, è in corso una mediazione operata dal Qatar, dove vivono in esilio alcuni dei leader di Hamas, e coordinata dagli Usa. Il negoziato non include la Jihad Islamica che avrebbe in mano una trentina di ostaggi.

Dai blog