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Israele, appello a Giorgia Meloni: "Salva mia sorella Karina"

Ariel Piccini Warschauer
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Karina Aruev, 19 anni, di Gerusalemme è una soldatessa di Tsahal, le forze di difesa israeliane. Sabato 7 ottobre all'alba, dopo un furioso combattimento é caduta nelle mani dei terroristi di Hamas. Lei e il suo plotone hanno lottato disperatamente, prima di essere circondati e catturati. Questa donna soldato si trovava in una base militare a sud, a poche centinaia di metri dal kibbutz Re' im, in cui si stava svolgendo il festival musicale Universo Parallelo-Israel Edition. Il kibbutz è stato il teatro di un'invasione da parte dei terroristi di Hamas che qui hanno compiuto un vero e proprio massacro uccidendo oltre 280 ragazzi.

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Secondo alcuni testimoni, Karina Aruev, dopo essere ripiegata dalla base militare ormai persa, ha raggiunto con altre tre soldatesse il kibbutz per difendere i ragazzi e qui dopo un furioso combattimento é caduta ostaggio nelle mani degli terroristi.
Due filmati ritraggono Karina immediatamente dopo la cattura: la si vede prima, all'interno del Kibbutz mentre cerca di calmare una quindicina di ragazze impaurite ostaggio come lei di Hamas; si ode a poca distanza l'esplosione di una granata mentre sullo sfondo appare un terrorista armato di kalashnikov; poi Karina con altre ragazze viene caricata a forza all'interno di un'auto circondata da miliziani.

La sorella di Karina, Sasha, ha 24 anni, e studia biologia; chiede aiuto al nostro governo affinché si adoperi con tutti i mezzi a sua disposizione per la liberazione degli ostaggi caduti nelle mani di Hamas. «La mia famiglia - ci dice - vive da decenni a Gerusalemme, ma noi siamo originari di San Pietroburgo. Amiamo molto l’Italia, e siamo legati alla comunità ebraica di Venezia; ho anche amici a Milano, e tutti in queste ore ci fanno sentire il loro sostegno, il loro aiuto, come il rabbino Yossi Labi, e il professor Enrico Mairov».

Ha più avuto notizie di sua sorella?
«No, ma questo è abbastanza normale e rientra nel modus operandi tipico di Hamas. Mettono in rete solo brevi fotogrammi dove si vede tutta la loro brutalità, utilizzando gli ostaggi come una vera e propria arma. Siamo molti preoccupati: del resto, avete visto tutti come si sono accaniti sulle donne, sugli anziani inermi e perfino su bimbi di pochi mesi».

Sasha, lei ha chiesto di rivolgere tramite Libero un appello al governo Meloni; dica pure.
«Sì, noi apprezziamo molto il lavoro del primo ministro italiano e sappiamo che il governo Meloni è molto vicino ad Israele. Per questo, per la vostra capacità di relazionarvi con tutti i Paesi del Mediterraneo, vi chiediamo di adoperarvi in tutti i modi possibili per arrivare alla liberazione degli ostaggi. L’Italia ha sempre dimostrato capacità di dialogo e affidabilità anche quando si tratta di trattare con soggetti difficili come i miliziani palestinesi o l’Hezbollah sciita. Vi prego aiutateci».

Cosa pensa dell’operato del governo di Bibi Netanyahu in questa crisi?
«Noi sosteniamo Bibi Netanyahu, e abbiamo piena fiducia in lui: sappiamo bene che da ex militare non lascerà mai nessuno di noi israeliani nelle mani di questi criminali. E oggi tutto l’Occidente ha una grossa responsabilità: adoperarsi perla liberazione degli ostaggi e stare concretamente dalla parte di Israele contro il medioevo della strage e dell’orrore».

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