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Ammiraglio Cavo Dragone, un inquietante allarme: "Trappola per Israele"

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L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone assumerà un nuovo ruolo ai vertici della Nato a gennaio 2025. Fino ad allora continuerà a svolgere l’incarico di capo di Stato maggiore della Difesa a Roma: il suo parere è di certo autorevole in merito a quanto sta accadendo tra Israele e Hamas. Il conflitto sta andando avanti da due settimane e il mondo intero è in attesa della prossima mossa dell’esercito israeliano, che ha intenzione di entrare a Gaza. “Pur comprendendo il giusto desiderio di colpire gli autori della strage - ha dichiarato Cavo Dragone in un’intervista al Corriere della Sera - la comunità internazionale attende che venga fatto tutto il possibile per evitare danni alla popolazione civile”. 

“Il senso di pietà e tristezza - ha aggiunto - vale per i caduti civili sia palestinesi che israeliani. A noi il compito di buttare acqua sul fuoco per cercare di raggiungere un accordo che possa tutelare i civili nella speranza di riaprire alla soluzione politica. Servono grandi leader che credano nella via pacifica di reciproco rispetto”. L’ammiraglio ricorda come Hamas sia una “organizzazione terroristica”, ma non l’unica responsabile della lunga storia del conflitto israelo-palestinese: “Lo è però dell’innesco di questo nuovo scontro armato con oltre 2.000 terroristi che si sono macchiati del sangue di innocenti”. Come dovrebbe rispondere Israele? È questo il team caldo: “A suo tempo venne tracciato un percorso che prevedeva la coesistenza tra due Stati. L’Onu continua a ribadire la necessità della partizione della terra: sembra ancora adesso la soluzione più accettabile. Anche se l’eccidio di Hamas rinvia e complica le cose”.

 

 

Cavo Dragone ha riconosciuto che la situazione attuale è particolarmente complicata: “Credo che Israele non dovrebbe abboccare alla trappola di agire indiscriminatamente e valuto che non lo farà. La ricerca dei colpevoli è doverosa, giusta, è un diritto di Israele. Però bisogna fare attenzione ai civili, evitando al massimo i danni collaterali. Altrimenti si cade nel tranello di Hamas, che vuole criminalizzare Israele. Per ora comunque stanno colpendo obbiettivi terroristici. Dobbiamo attendere, il punto di svolta sarà quando Israele entra a Gaza, se ci entra, e come lo fa. Vedremo allora se gli altri fronti esplodono, o restano sotto controllo”. 

 

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