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I bimbi danno fastidio al ristorante? Scatta la maxi-multa: ecco quanto si paga

Caterina Maniaci
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Finalmente una serata piacevole, un bel ristorante, caro per la verità, però ne vale la pena. Una bella cena, quattro chiacchiere con sottofondo soft di musica, dopo le scocciature quotidiane e il caos metropolitano. Eccoci seduti e rilassati, dopo aver comunicato la studiata ordinazione al cameriere. Ridiamo sottovoce e ci guardiamo attorno soddisfatti, quando lo sguardo si blocca e per un attimo il panico ci toglie il fiato: c’è una famiglia seduta pochi tavoli più avanti, il padre al cellulare, la madre chatta, probabilmente, su un computer portatile di dimensioni minime e tre ragazzini cominciano a scivolare giù dalle sedie, gironzolano intorno al tavolo, poi cominciano ad allargare il territorio di esplorazione e si insinuano tra le sedie degli altri avventori. Si piazzano accanto a loro, guardando con curiosità come tagliano la bistecca o arrotolano gli spaghetti. Scoppia il litigio tra fratelli, qualcuno sbuffa, qualcuno ride, i genitori alzano di quando in quando la testa dai rispettivi dispositivi e lanciano blandi avvertimenti, del tipo: «Su ragazzi, state buoni», «Vi state annoiando?», riabbassando la testa il più rapidamente possibile. I camerieri fanno lo slalom tra i piccinini che si sono sdraiati per terra e urlano a più non posso. Voi vi alzate e nonostante le proteste degli amici e/o parenti ve ne andate giurando di non rimettere più piede nel locale.

La scenetta descritta è forse più caricata del naturale, ma sinceramente a quanti non è accaduto di trovarsi in una situazione più o meno simile? Dagli Usa intanto arriva la nuova tendenza “nokids” ed ecco che in Georgia succede che una coppia di genitori sia stata sanzionata con un sovrapprezzo di 50 dollari perché incapaci di controllare i figli, più precisamente nel locale, piuttosto noto, Al Tocco a Riverside. La misura ha suscitato, com’era prevedibile, molte polemiche, anche grazie al fatto che i genitori multati hanno riversato la loro indignazione via social, dove hanno condiviso il menù del locale, nel quale è indicato che verranno applicati “costi aggiuntivi per adulti che non sono capaci di fare i genitori”. La sanzione è stata considerata “esagerata” da molti, da altri elogiata.

 

 

 

MOCCIOSI NOSTRANI

In Italia non siamo arrivati a misure tanto drastiche. Non c’è però da giubilare, visto che uno studio dell’Istituto Italiano di Studi Transdisciplinari evidenzia che i bambini italiani sarebbero i più maleducati d’Europa al ristorante, puntando il dito non tanto sui minori quanto sui genitori. Sono loro i primi “imputati” per il comportamento che produce disturbo e, nei casi estremi, persino litigi tra madri e padri che non accettano le proteste di altri ospiti o avventori che si ritengono disturbati dai loro pargoletti. Se ne discute, comunque, perché il problema esiste, e fa discutere il diffondersi del divieto di portare minori in locali, alberghi e altri luoghi pubblici, giudicato un atteggiamento discriminatorio. Ormai diversi ristoranti negano l’ingresso ai bambini, un po’ ovunque, da locali come il Nettie’s House of Spaghetti nel New Jersey l’Adrak Yorkville in Canada fino all’italianissimo stellato I Castagni di Vigevano, che di recente hanno chiuso le porte agli under 10, ma anche locali che sanzionano chi non si comporta come dovrebbe, nel rispetto degli altri, che a loro volta potrebbero sentirsi discriminati, comunque danneggiati, dal fatto che non riescono a mangiare, dormire, viaggiare in santa pace.

 

 

 

CONTRADDIZIONE

Si finisce per chiedersi, un po’ confusi, se non vogliamo i bambini in giro visto che disturbano, poi perché gridiamo di disperazione perché figli se ne fanno sempre meno? La verità come spesso succede sta nel mezzo. È vero che fare sempre meno figli è allarmante, ma è altrettanto vero che i figli generati negli ultimi tempo stanno crescendo in generale allo stato brado. E così ad esempio quest’estate c’è chi si è messo a stilare un vero e proprio decalogo per il comportamento dei “genitori maleducati al ristorante”. Genitori, si badi bene, non figli. Lo ha fatto il sito del Gambero rosso, che di ristorazione se ne intende. E che cosa suggerisce questo decalogo? Tra le altre cose, evitare schiamazzi, urla, cori da stadio, risate sguaiate a tavola, trattare con rispetto e cortesia il personale, arrivare puntuali all’orario di prenotazione, evitare di giocherellare con il cibo, strappare via le etichette delle bottiglie, fare palline con la mollica del pane, giocare con noccioli di olive e ciliegie, comportamenti che, non occorre specificarlo, saranno prontamente imitati dai ragazzini e replicati con gioia. Tutte cose di buon senso, perfino ovvie? Eppure, evidentemente c’è bisogno di impararle di nuovo, dai settant’anni in giù. 

 

 

 

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