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Hamas, con i terroristi è impossibile far convivere due popoli

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Fabrizio Cicchitto
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Caro direttore, per rispondere ad una formidabile campagna mediatica posta in essere da tutte le forze che sono contrarie a Israele, bisogna fare un passo indietro. Dopo la morte di Arafat, l’organizzazione politica e militare andata sotto il nome di Olp e di Al Fatah e che oggi si riassume nella sigla di Autorita Nazionale Palestinese ed è guidata da Abu Mazen è andata incontro a una profonda involuzione nella quale si mescolano insieme burocratismo e corruzione, per cui ha perso sempre più consensi nel mondo palestinese. L’unico leader di quell’aerea che gode tuttora di grande popolarità è Barghuti che è però ristretto in un carcere israeliano. Anche nelle intenzioni del leader della destra israeliana Sharon quando ha realizzato la ritirata da Gaza, c’era quella di far sì che da essa e dalla Cisgiordania sarebbero potute derivare realtà in grado di realizzare un forte sviluppo economico, premessa per la realizzazione della formula “due popoli due Stati”. Infatti le risorse provenienti da molteplici soggetti internazionali e indirizzate al mondo palestinese sono state enormi ma esse sono state dilapidate in mille rivoli spesso per corruzione o incapacità.
 

COSTRUZIONE DEL CONSENSO
Invece è avvenuto esattamente il contrario per ciò che riguarda Hamas, il partito fondamentalista, armato dell’Iran, finanziari dal Qatar. Fin dal suo statuto Hamas è stato chiarissimo: esso punta alla distruzione di Israele, da realizzare in tutti i modi, in primo luogo attraverso il terrorismo. Per ottenere consenso, Hamas ha usato una piccola parte dei soldi inviati dal Qatar per creare un minimo di assistenzialismo, ma certamente non sviluppo economico. Questa piattaforma ha consentito ad Hamas di vincere le elezioni a Gaza. Ma da questa vittoria sono derivate una serie di conseguenze una più negativa dell’altra. Dopo la vittoria elettorale Hamas ha realizzato nella striscia di Gaza un colpo di Stato che le ha consentito di conquistare il potere in modo assoluto. In questo modo Hamas ha fatto della Striscia il punto di partenza di tutte le sue azioni di stampo terroristico contro Israele. Siccome a un certo punto Israele ha dato una risposta militare, Hamas ha ristrutturato Gaza proprio in funzione di questa logica perennemente aggressiva e distruttiva. Hamas ha protetto se stessa in due modi: il grosso delle truppe, degli armamenti, dei suoi approvvigionamenti al sicuro in un sistema di tunnel; il suo gruppo dirigente invece addirittura collocato all’estero, negli alberghi del Qatar, mentre le rampe di lancio dei missili sono collocate nel cuore di Gaza, a ridosso degli ospedali o dentro i palazzi. Ciò deriva dal fatto che in modo scientifico da anni Hamas ha deciso di utilizzare i due milioni di palestinesi della Striscia come scudi umani, carne da cannone da esporre alle risposte militari di Israele e anche come strumento di propaganda.
 

 

ESIBIZIONE DI FEROCIA
Forte di questo retroterra, da due anni a questa parte in assoluta segretezza, Hamas ha preparato l’operazione stragista del 7 ottobre e per coprirla anche sul piano politico si è spinta a forme estreme di dissimulazione, nel senso che ha assicurato Netanyahu e i servizi israeliani di essere soddisfatta della crescita raggiunta dal suo partito, dell’emarginazione a cui stava andando incontro l’Autorita Palestinese, del fatto che non si sovrapponevano ostacoli al flusso dei finanziamenti provenienti dal Qatar. Nel frattempo, anche per questo calo di tensione nei confronti di Hamas, Israele si è spaccata in due per lo scontro derivato dall’ipotesi di riforma della giustizia proposto da Netanyahu e contrastato da almeno metà della società israeliana.

Come ulteriore conseguenza della operazione di dissimulazione e rassicurazione condotta nel corso di questi ultimi anni da Hamas è anche accaduto che i vertici israeliani hanno ritenuto che per la protezione dalla Striscia di Gaza fossero sufficienti la costruzione del muro e una strumentazione cibernetica di alto livello tecnologico. Da un certo momento in poi però c’è stato un cambiamento di quadro politico che ha avuto anche conseguenze militari: pur di favorire l’apertura di un secondo fronte rispetto alla Ucraina, la Russia ha cambiato spalla al suo fucile e come testimoniano i recenti incontri al Cremlino si è creato una sorta di triangolo nel quale l’Iran rifornisce di droni sia la Russia che Hamas, e fra Hamas e la Russia si sono stabiliti rapporti politici prima inesistenti, come ha testimoniato l’arrivo di una delegazione di Hamas al Cremlino. Sarà un caso, ma la sera fra il 6 e 7 ottobre gli impianti tecnologici di sorveglianza israeliani sono stati letteralmente accecati. Ora non è certo farina del sacco di Hamas questo livello di sofisticazione cibernetica. Su questo piano, a parte gli americani, solo gli hacker russi sono in grado di realizzare operazioni di questo tipo senza lasciare tracce.
 

ESIBIZIONE DI FEROCIA
L’attacco stragista di Hamas ha volutamente raggiunto il massimo di ferocia per di più con l’esibizione del massacro di donne e bambini. Israele non poteva non reagire, ma rispetto alla sua azione militare Hamas aveva da tempo preparato le condizioni per usare i 2 milioni di palestinesi come carne da macello, strumento di interposizione fra le sue strutture militari collocate nei tunnel e l’esercito israeliano. In più Hamas ha impedito lo sgombero massicciò dei palestinesi dall’area nord di Gaza. Allora è giusto chiedere agli israeliani di consentire il massimo flusso di mezzi alimentari e di altro tipo, ma è del tutto ingiusto mettere in conto ad essi la voluta esposizione allo scontro militare realizzata da Hamas del popolo palestinese. In più è evidente a tutti che sarà possibile nel futuro avanzare sul terreno del progetto due popoli due Stati solo se Hamas viene eliminato dal campo, perché se rimane in piedi renderà sempre impossibile questa ipotesi. In questo quadro risulta del tutto sbagliata la polemica del Pd al voto di astensione del governo italiano alla mozione Onu. Essa non contenendo nessuna condanna dello stragismo antisemita di Hamas è caratterizzata da una inaccettabile ambiguità perché costituisce una obiettiva copertura per questa micidiale opera di mistificazione che ha per obiettivo non solo quello di coprire il terrorismo di Hamas, ma anche quello di provocare anti semitismo in tutto il mondo.

 

 

 

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