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Israele e Hamas, la diretta. "Stuprata e fatta a pezzi", la testimonianza choc

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Prosegue la stretta dell'esercito israeliano su Gaza, a caccia dei capi di Hamas: ne sarebbero stati uccisi 60 dall'inizio dell'operazione militare, il 7 ottobre scorso dopo le stragi di civili nei kibbutz e al festival nel deserto del Negev. Intanto si tratta sul rilascio degli ostaggi: il Qatar fa da mediatore e in cambio della liberazione di 12 persone propone tre giorni di pausa umanitaria. Incognita-Striscia: al G7 l'americano Blinken chiede che al termine del conflitto torni sotto il controllo dell'Anp. Di seguito, gli aggiornamenti in diretta. 

Ore 15,35 - Israele ai cittadini di Gaza, "avvisateci se Hamas vi impedisce di evacuare"
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno creato un canale Telegram e un numero telefonico per i cittadini della striscia di Gaza a cui Hamas impedirebbe di evacuare verso sud. Lo ha riferito in lingua araba il portavoce delle Idf, Avichay Adraee, sul suo profilo X (ex Twitter). «La vostra forza è più forte di quanto pensiate. Contattateci se Hamas vi impedisce di dirigervi a sud», ha scritto Adraee.

Ore 15,31 - Israele: missili anticarro dal Libano, rispondiamo al fuoco
L’Idf ha riferito che missili anticarro sono stati lanciati dal Libano nell’area di Margaliot, in Israele, e che le forze israeliane hanno risposto al fuoco con l’artiglieria. Nelle ultime ore l’Idf ha individuato e attaccato due squadre anticarro in territorio libanese, nella zona di Birnit e nella zona di Yiftach. La scorsa notte le forze dell’esercito israeliano hanno attaccato una cellula terroristica vicino al confine con il Libano, nell’area di Rosh Hankara.

Ore 14,46 - Macron: la protezione dei civili a Gaza non è negoziabile 
La protezione dei civili a Gaza «non è negoziabile». Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron inaugurando a Parigi una conferenza umanitaria internazionale per Gaza. «I civili devono essere protetti, questo è assolutamente indispensabile. Non è negoziabile», ha detto Macron, aggiungendo che è necessario lavorare per giungere ad un cessate il fuoco. Alla conferenza hanno partecipato le agenzie delle Nazioni Unite e i leader dell’Unione Europea, mentre non era presente Israele. Il presidente francese ha anche chiesto la liberazione immediata degli ostaggi detenuti a Gaza, «senza condizioni».

Ore 14,53 - Israele, polizia indaga su forte esplosione a Eilat forse drone
Una forte esplosione è stata segnalata a Eilat, la città all’estremità meridionale di Israele: una scuola locale è stata danneggiata ma non ci sono stati feriti dalle prime informazioni. La polizia ha fatto sapere che sta indagando sull’episodio come «sospetto incidente di sicurezza». Nelle immagini riprese dae telecamere di sorveglianza vicino alla scuola si sente un ronzio, forse di un drone, prima dell’esplosione. Nelle scorse settimane Eilat è stata presa di mira dai droni e missili dei ribelli sciiti filo-Iran Huthi dallo Yemen ma senza mai raggiungere la città.

Ore 14.24 - Stoltenberg, "pausa umanitaria per gli aiuti a Gaza" 
I Paesi alleati della Nato sono a favore di una pausa umanitaria nella guerra tra Hamas e Israele per consentire agli aiuti di entrare a Gaza: lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. "Il diritto internazionale deve essere rispettato, i civili devono essere protetti a Gaza". "La guerra a Gaza - ha aggiunto il segretario generale che a Berlino ha incontrato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz - non deve trasformarsi in un grande conflitto regionale. L'Iran e Hezbollah devono rimanere fuori da questa guerra".

Ore 13.51 - "Stuprata e fatta a pezzi", l'orrore nel kibbutz
"Per la prima volta gli investigatori di Lahav 433" della polizia israeliana "hanno raccolto la testimonianza di uno dei sopravvissuti al massacro nel sud di Israele, che, da un nascondiglio, è stato testimone diretto dello stupro e degli abusi subiti da una giovane donna poco prima di essere uccisa" durante l'attacco di Hamas contro Israele dello scorso 7 ottobre. Lo scrive su X il giornalista di Haaretz Josh Breiner che ha visionato una parte della testimonianza. La donna, scrive, "è stata violentata. Era in piedi e sanguinava dalla schiena. Le ha tirato i capelli. Le ha sparato alla testa mentre la violentava e non si è nemmeno alzato i pantaloni... Le hanno tagliato il seno e ci hanno letteralmente giocato per strada". La polizia, secondo Breiner, "ha raccolto le testimonianze di decine di membri della Zaka che hanno affermato di aver trovato donne nude con ferite e con i genitali mutilati, comprese donne incatenate nude nella parte inferiore dei loro pantaloni". 

Ore 13.40 - Aerei israeliani sorvolano Beirut 
Gli aerei da ricognizione delle Forze di difesa israeliane stanno sorvolando la capitale del Libano, Beirut. Lo ha riferito l'agenzia di stampa libanese "Nna".

Ore 13.31 - "Operazione Alluvione al Aqsa in una nuova fase" 
L'operazione "Alluvione al Aqsa" del movimento islamista palestinese Hamas contro Israele è entrata in una "nuova fase". Lo ha detto il portavoce di Hamas in Libano, Walid Kilani, all'emittente libanese Lbci, parlando del probabile annuncio di un cessate il fuoco e di un parziale scambio di prigionieri. A questo proposito, Kilani ha affermato che un eventuale accordo sarà concluso con il supporto unanime dei palestinesi. Le condizioni di Hamas per un cessate il fuoco includono il divieto di attaccare luoghi di culto islamici e cristiani, il non maltrattamento degli ostaggi, la cessazione dell'assedio su Gaza, lo scambio di prigionieri palestinesi. Kilani ha aggiunto che prima di parlare del futuro di Gaza, Hamas vuole che cessino le ostilità per potersi impegnare nella liberazione della terra palestinese e che "la battaglia andrà avanti nonostante l'ingente distruzione di Gaza". 

Ore 13.30 - "L'obiettivo è la fine del lancio dei razzi"  
Uno degli obiettivi dell'offensiva militare terrestre a Gaza è di mettere fine al lancio dei razzi dalla Striscia verso Israele, in modo che la gente possa tornare alla sua routine normale. Lo ha detto il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant "Siamo in una guerra prolungata e il dossier dell'economia civile è un fattore chiave nella condotta della guerra. Abbiamo bisogno di risolvere le cose in fretta anche se non in maniera perfetta". 

Ore 13.03 - "Guerra non a Hamas ma ai palestinesi" 
"Quella che Israele sta conducendo non è una guerra contro Hamas, ma piuttosto contro tutti i palestinesi": lo ha detto il primo ministro palestinese Mohammed Shtayyeh alla conferenza sugli aiuti per la Striscia di Gaza a Parigi. Il premier ha aggiunto che "Israele sta chiaramente violando il diritto internazionale umanitario" e "commettendo crimini di guerra" e ha detto che "i palestinesi hanno bisogno di protezione internazionale". "La sofferenza palestinese non è iniziata il 7 ottobre, ma va avanti 75 anni", ha insistito chiedendo che la guerra a Gaza finisca "immediatamente". Il premier dell'Autorità nazionale palestinese ha inoltre aggiunto che, dall'inizio dell'anno, sono stati uccisi in Cisgiordania 350 palestinesi e che "distribuire armi ai coloni in Cisgiordania è una licenza di uccidere".

Ore 12.34 - Netanyahu, "chi ha coperto l'attacco di Hamas è complice"
L'Ufficio del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha inviato una lettera ai responsabili di alcuni media internazionali per chiedere spiegazioni sull'uso delle foto scattate dai giornalisti durante l'attacco del movimento islamista palestinese Hamas dello scorso 7 ottobre. Lo ha riferito lo stesso Ufficio sul suo profilo X (ex Twitter), specificando che considera con "massima gravità il fatto che i fotoreporter che lavorano con i media internazionali si siano uniti alla copertura dei brutali atti di omicidio" commessi da Hamas. "Questi giornalisti sono stati complici di crimini contro l'umanità, le loro azioni sono state contrarie all'etica professionale", conclude il testo.

Ore 12.44 - "Gravi danni alla salute mentale"
Il film sui massacri del 7 ottobre "può provocare danni gravi e prolungati alla salute mentale e occorre astenersi dal guardarlo. Anche se credete di essere forti, non provate. Avvertite anche i vostri familiari". E' l'appello lanciato oggi da Ran Balicer, professore di salute pubblica dell'Universita' di Beer Sheva, dopo che sui social in Israele si era sparsa la voce che sia adesso possibile vedere sul web Bearing Witness - The October 7th Massacre, film documentario di 47 minuti che raccoglie immagini riprese dai GoPro dei commando di Hamas durante gli assalti nei kibbutz e nelle cittadine del Negev. Il portavoce militare Daniel Hagari ha intanto smentito che quel film sia effettivamente rintracciabile sul web. "Noi lo mostriamo solo a pubblici ristretti, a politici in posizioni di responsabilità, a esponenti dei media e a influencer, in Israele e all'estero, ma a condizione che essi non lo rilancino oltre" per accrescere la legittimazione per l'operazione delle forze armate a Gaza.  

Ore 12.26 - Egitto denuncia "il silenzio internazionale"
L'Egitto intende denunciare "il silenzio internazionale sulle violazioni del diritto umanitario internazionale commesse da Israele" nei Territori palestinesi. Lo ha detto il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, nel corso della Conferenza umanitaria su Gaza organizzata a Parigi. "Ciò che sta facendo il governo israeliano va ben oltre il diritto all'autodifesa", ha affermato il capo della diplomazia egiziana, deplorando "uno squilibrio" nella "coscienza internazionale".

Ore 12.08 - Michel: Ue pronta a conferenza pace per soluzione due Stati
L’Unione europea è pronta «a partecipare attivamente a una conferenza internazionale che porti alla pace fra Israele e Palestina e con tutti i Paesi della Regione»: lo ha detto a Parigi, dove è intervenuto alla Conferenza umanitaria organizzata dal presidente Emmanuel Macron, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. «La sola garanzia di sicurezza è la pace: siamo mobilitati per arrivare alla soluzione a due Stati, e sosteniamo l’Autorità palestinese come interlocutore valido, così come sosteniamo i Paesi dell’area, Egitto e Giordania in particolare», ha aggiunto. Quanto agli aiuti a Gaza, «la protezione dei civili è nel nostro Dna, rendo omaggio all’impegno dell’Onu, pagato anche con la vita degli operatori che si trovano sul territorio, ma è la nostra responsabilità collettiva di essere mobilitati per creare corridoi umanitari e rendere possibile l’assistenza umanitaria».

Ore 11.51 - Riaperto il corridoio verso il Sud di Gaza, resta chiuso Rafah
Israele ha riaperto il corridoio sicuro per consentire ai palestinesi di spostarsi dal Nord di Gaza verso il Sud, ma intanto rimane chiuso il valico di Rafah. L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver riaperto il corridoio di evacuazione, che consente ai civili che vivono nelle zone dove è in corso gran parte della guerra di trovare riparo a Sud; è il quinto giorno consecutivo in cui il corridoio di Salah al-Din viene aperto, oggi per un’ora in più -dalle 10:00 alle 16:00 ora locale) rispetto a ieri. Ieri, circa 50mila persone sono riuscite a lasciare il Nord, in costante aumento rispetto ai giorni precedenti (erano stati 15mila mercoledì), il numero più alto in un solo giorno da quando domenica il corridoio è stato aperto. Anche il valico di frontiera di Rafah è ancora chiuso, dopo che era stato chiuso ieri. Hamas sostiene di volere che esca un maggior numero di feriti prima che altri cittadini stranieri possano andarsene.

Ore 11.40 - Israele: nessuna crisi umanitaria nella Striscia
«Non c’è crisi umanitaria nella Striscia di Gaza»: lo ha affermato un responsabile militare di Israele, seppure riconoscendo le «numerose difficoltà» cui fanno fronte i civili nel territorio palestinese teatro del conflitto con Hamas. Israele «facilita l’inoltro di aiuti umanitari» ha affermato il colonnello Moshe Tetro, responsabile dell’organismo del Ministero della Difesa israeliano che supervisiona le attività civili nei territori palestinesi, anche se «sappiamo - ha aggiunto - che la situazione civile nella Striscia di Gaza non è facile».

Ore 11.32 - Sette palestinesi uccisi in un raid di Israele a Jenin
Sette palestinesi sono stati uccisi durante un raid dell’esercito israeliano a Jenin, nel nord della Cisgiordania, secondo quanto annunciato dal ministero della Sanità dell’Autorità nazionale palestinese. Il ministero inizialmente aveva riferito di cinque morti in questo raid, durante il quale altri sei palestinesi erano rimasti feriti. L’agenzia ufficiale palestinese Wafa ha affermato che una «grande forza dell’esercito di occupazione» ha effettuato un’incursione su diversi assi a Jenin. L’esercito israeliano ha fatto sapere questa mattina che le sue forze stavano operando a Jenin, ma non ha fornito ulteriori dettagli.

Ore 11.01 - Fonti diplomatiche: si lavora per cessate il fuoco a Gaza   
Secondo alcune fonti diplomatiche, si starebbe lavorando in queste ore per giungere a un cessate il fuoco umanitario da uno a tre giorni a Gaza. Il cessate il fuoco sarebbe condizionato al rilascio degli ostaggi. Al momento, però, le stesse fonti sottolineano che non è stato raggiunto alcun accordo concreto.

Ore 10.45 - Macron: lavorare per un cessate il fuoco
È necessario lavorare per arrivare a un cessate il fuoco nel conflitto tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, durante un discorso di apertura alla Conferenza umanitaria per Gaza che si tiene oggi a Parigi. «Oggi la situazione è grave e peggiora ogni giorno di più», ha detto il capo dello Stato. «Gli ostaggi devono essere liberati immediatamente e senza condizione», ha poi aggiunto Macron.

Ore 10.20 - Israele riapre strada verso Sud per consentire ai civili di lasciare la Striscia
I militari israeliani hanno aperto nuovamente la strada che dal nord della Striscia di Gaza porta al sud, per consentire ai civili di lasciare la regione in cui sono concentrati i bombardamenti e le operazioni di terra di Tsahal. L’apertura si protrarrà fino alle 4 di questo pomeriggio (ora locale). «Il nord della Striscia di Gaza è considerato una zona di violenti combattimenti e sta esaurendosi il tempo per evacuarla», è il testo di un post in arabo distribuito dai militari israeliani.

Ore 9.55 - Israele: ucciso capo unità missili anticarro Hamas
Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato di aver ucciso il capo dell’unità missilistica anticarro di Hamas per il centro di Gaza, Ibrahim Abu-Maasib. Lo afferma la stessa Idf, attraverso un portavoce. Lo riporta il Jerusalem post. Abu-Maasib è considerato da Tel Aviv responsabile dell’organizzazione di numerosi attacchi missilistici anticarro contro civili e soldati israeliani

Ore 9.35 - Israele: scoperto sito Hamas per produzione di droni
Le truppe israeliane (Idf) che operano nella Striscia di Gaza hanno scoperto un impianto per la produzione di droni e un deposito di armi di Hamas all’interno di un edificio residenziale. Lo afferma l’Idf citata da The Times of Israel. La struttura, secondo l’Idf, si trova nel quartiere Sheikh Radwan di Gaza City, accanto a una scuola. In un filmato si vedono i militari israeliani che trovano diversi droni di Hamas nell’edificio, nonché attrezzature per realizzarli e istruzioni per fabbricare ordigni esplosivi.

Ore 9.11: Turchia, "Ue dalla parte sbagliata della storia"
"L'Unione europea sta dalla parte sbagliata della storia di fronte ad un massacro che ricorda l'oscurità del periodo medievale". Lo si legge in un comunicato del ministero degli Esteri turco che contesta la posizione di Bruxelles rispetto al conflitto tra Hamas e Israele e la situazione nella Striscia di Gaza. "L'Ue dovrebbe ricordare che le politiche basate sui diritti universali, sul diritto internazionale e sui principi umanitari non possono limitarsi all'Ucraina o alle altre regioni dell'Europa ma devono essere portate avanti universalmente, incluso in Medio Oriente", si legge nel comunicato. 

Ore 8.58 - "Gaza, segnali di diffusione di malattie"
"Mentre morti e feriti a Gaza continuano ad aumentare a causa dell'intensificarsi delle ostilità, l'intenso sovraffollamento e l'interruzione dei sistemi sanitari, idrici e igienico-sanitari rappresentano un ulteriore pericolo: la rapida diffusione di malattie infettive. Alcune tendenze preoccupanti stanno già emergendo". A lanciare l'allarme è l'Organizzazione mondiale della sanità. "La mancanza di carburante ha portato alla chiusura degli impianti di desalinizzazione, aumentando significativamente il rischio di infezioni batteriche, come la diarrea, che si diffondono dal momento che le persone consumano acqua contaminata - segnala l'Oms in una nota - La mancanza di carburante ha inoltre interrotto tutta la raccolta dei rifiuti solidi, creando un ambiente favorevole alla rapida e diffusa proliferazione di insetti e roditori che possono trasportare e transitare malattie. La situazione è particolarmente preoccupante per i quasi 1,5 milioni di sfollati presenti in tutta Gaza, in particolare per coloro che vivono in rifugi gravemente sovraffollati con scarso accesso a strutture igieniche e acqua potabile", condizione che aumenta il rischio di trasmissione di malattie infettive. "Gli attuali trend di malattia sono molto preoccupanti. Da metà ottobre 2023 sono stati segnalati oltre 33.500 casi di diarrea. Oltre la metà riguardano bambini sotto i 5 anni: un aumento significativo rispetto a una media di duemila casi mensili negli under 5, registrata nel corso del 2021 e del 2022. Si registrano poi 8.900 casi di scabbia e pidocchi, 1.005 casi di varicella, 12.635 casi di eruzioni cutanee e sono stati segnalati anche 54.866 casi di infezioni delle vie respiratorie superiori", elenca l'Agenzia Onu per la salute, ribadendo la richiesta di "un accesso urgente e accelerato agli aiuti umanitari - inclusi carburante, acqua, cibo e forniture mediche - all'interno e in tutta la Striscia di Gaza, del rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e di un cessate il fuoco umanitario per prevenire ulteriori morti e sofferenze".​ 

Ore 8.12 - I soldati israeliani morti a Gaza salgono a 34 
Sale a 34 il bilancio dei militari israeliani uccisi nell'offensiva di terra di Israele nella striscia di Gaza e a 352 dall'inizio delle operazioni israeliane il 7 ottobre. Lo hanno annunciato oggi le Forze di difesa israeliane (Idf). (Res) NNNN 

Ore 7.49 - Conquistata la roccaforte di Hamas a Jabalia
Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito di avere catturato una roccaforte di Hamas, nota come avamposto 17, a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, dopo 10 ore di combattimento. L'Idf hanno fatto sapere che i militari hanno combattuto contro i militanti di Hamas e della Jihad islamica presenti nella roccaforte sia "in superficie sia in un percorso sotterraneo nell'area". Secondo quanto riferito, decine di militanti sono stati uccisi nei combattimenti. Le truppe hanno localizzato molte armi e scoperto pozzi e tunnel, incluso vicino a un asilo che conduceva a un "ampio percorso sotterraneo". Lo riporta il Times of Israel.

Ore 7.02 - Hezbollah: "Se Israele continua possibile guerra più ampia" 
Il secondo in comando di Hezbollah - la potente milizia appoggiata dall'Iran in Libano - afferma in un'intervista a Bbc che l'uccisione di civili a Gaza da parte di Israele rischia di causare una guerra più ampia in Medio Oriente. Parlando a Beirut, lo sceicco Naim Qassem ha detto che "nella regione potrebbero verificarsi sviluppi molto gravi e molto pericolosi, e nessuno sarà in grado di fermare le ripercussioni". "Il pericolo è reale, perché Israele sta aumentando la sua aggressione contro i civili e uccidendo sempre più donne e bambini. È possibile che questo continui e aumenti, senza portare un pericolo reale alla regione? Penso di no". 

Ore 6.44 - Usa-Israele, raid in Siria: uccisi 12 combattenti filo-Iran
In tutto 12 persone affiliate a gruppi sostenuti dall'Iran in Siria sono state uccise giovedì in due raid separati, un attacco americano e uno israeliano. Lo riferisce il Times of Israel. Il primo è avvenuto sulla città orientale di Deir Ezzor: "Nove persone che lavoravano per gruppi sostenuti da Teheran sono state uccise negli attacchi statunitensi su siti utilizzati da gruppi filo-iraniani", ha detto all'AFP Rami Abdel Rahman, che dirige l'Osservatorio siriano per i diritti umani. In un raid aereo separato su siti legati a Hezbollah, sono stati uccisi tre combattenti filo-iraniani vicino alla capitale siriana Damasco ad Akraba e Sayyida Zeinab, secondo la stessa fonte. Israele ha anche colpito i siti di difesa aerea siriani nella provincia meridionale di Sweida.

Ore 5.35 - Hamas, "19 morti in raid sul campo profughi di Jabalia"
Almeno 19 persone sono state uccise ieri in un attacco aereo israeliano contro una casa vicino a un ospedale nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Lo sostiene il ministero degli Interni palestinese gestito da Hamas. 

Ore 4.12 - Israele, "grano insufficiente per la produzione di pane in caso di emergenza"
I rappresentanti dell'associazione delle industrie molitorie di Israele, che fa parte della Confindustria locale, ha avvertito che una parte del grano in riserva, destinato alla produzione di pane, risulta di bassa qualità e non mantenuto in buone condizioni e perciò non si potrà utilizzare in caso di emergenza. La normativa in vigore prevede che ci siano riserve di grano sufficienti per la produzione di pane per almeno tre mesi, nel caso in cui ci siano problemi di approvvigionamento in tempi di guerra. In questo senso, i rappresentati dell'associazione richiedono che il Ministero di Agricoltura dia assistenza ai produttori di farina per aumentare l'importazione di grano da stoccare nei silos situati in prossimità dei mulini e per alimentare i silos per lo stoccaggio di farina vicino ai panifici industriali per evitare problemi di trasporto.
 

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