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Cina, l'allarme militare: "Taiwan, isola esplosiva"

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"Taiwan si sta trasformando in un'isola esplosiva". A lanciare l'allarme è il portavoce della Difesa cinese Wu Qian che accusa il governo di Taipei di "cercare l’indipendenza facendo affidamento sugli Stati Uniti" per assicurarsi navi e droni militari. "Ciò sta spingendo Taiwan nell’abisso del disastro e porterà grandi calamità al suo popolo", ha continuato Wu, aggiungendo che la sicurezza dell’isola "dipende dallo sviluppo pacifico delle relazioni tra le due sponde dello Stretto". Wu ha inoltre assicurato che l’Esercito popolare di liberazione (Esercito cinese) è "pronto a difendere la sovranità e l’integrità territoriale della Cina".

La Cina spera che le elezioni presidenziali di Taiwan del prossimo 13 gennaio producano un risultato "favorevole alla pace e alla stabilità" e aiutino il ritorno alla "normalità" delle relazioni tra le due parti. Ma nel frattempo il Paese del Dragone ha intensificato le sortite militari nei pressi di Taiwan. Stando a quanto riferito dal ministero della Difesa di Taipei su X (ex Twitter), la Cina ha inviato oggi nello Stretto 12 aerei e cinque navi da guerra. Dall'inizio del mese, oltre 326 aerei e 171 navi da guerra cinesi sono stati rilevati nei pressi di Taiwan, che risponde alle sortite schierando aerei, navi e sistemi missilistici terrestri

 

Le elezioni presidenziali del prossimo gennaio vengono seguite con grande attenzione dal Partito comunista cinese, che in questi mesi ha rivolto duri attacchi ai candidati del Partito progressista democratico (Dpp, al governo). I candidati alla presidenza e alla vicepresidenza, rispettivamente Lai Ching-te e Hsiao Bi-khim, sono stati più volte definiti dalla Cina "un duo indipendentista" e accusati di avere irrigidito le relazioni attraverso lo Stretto. Lai, attuale vicepresidente di Taiwan, e Hsiao, ex ambasciatrice de facto dell'isola negli Usa, hanno depositato la loro candidatura la scorsa settimana, mentre i principali partiti all'opposizione, il Kuomintang (Kmt) e il Partito popolare di Taiwan (Tpp), non sono riusciti a concretizzare un'alleanza annunciata nelle ultime settimane: i dissidi in merito ai sondaggi su cui basare la scelta dei candidati comuni hanno fatto naufragare sul nascere l'intesa tra le due formazioni politiche a meno di 50 giorni dal voto. A ritirarsi dalla corsa alla presidenza è stato anche il fondatore di Foxconn, il miliardario Terry Gou, che aveva presentato una candidatura indipendente.

 

 

 

 

 

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