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Venezuela, "azioni immediate": tutto pronto per l'annessione della Guyana

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Come la guerra della Falkland. Serve solo una miccia per incendiare la polveriera del Sudamerica dove il presidente venezuelano Nicolás Maduro, alle prese con una crisi senza pari, cerca di placare il popolo promettendo di restituirgli l'Esequibo, il territorio ricchissimo di petrolio che appartiene alla Guyana. Il dittatore sostiene che l'area gli appartiene (un po' come Putin con l'Ucraina), e così domenica scorsa ha indetto un referendum che è solo un passo verso l'annessione. Si è trattato per suo stesso dire della "sesta fase per la riconquista della Guyana Esequiba". Nel frattempo si sono consumate una serie di "azioni immediate" che aumentano le possibilità di un conflitto nell'area anche con il coinvolgimento degli Stati Uniti che sostengono la sovranità della Guyana. A metterle in fila una dietro l'altra è stato Paolo Manzo sul Giornale

 

 

Il delfino di Chávez ha innanzitutto ha dato un ultimatum di tre mesi alle compagnie petrolifere straniere già operanti nella regione, Exxon Mobil in primis, affinché se ne vadano, concedendo al contempo le "licenze" alla petrolifera statale PDVSA e alla Corporacion Venezolana de Guayana, un conglomerato metallurgico pubblico venezuelano per lo sfruttamento di petrolio, l’estrazione di gas, oro e diamanti nell’Esequibo. E poi ci sono tutte una serie di nomine che, semmai ce ne fosse bisogno, dimostrano come Maduro non sia più soltanto un presidente ma sia un dittatore a tutti gli effetti. Basti pensare, ad esempio, che ha dato ordine di stampare "immediatamente" nuove mappe del Venezuela da affiggere in tutte le scuole, uffici pubblici e università: da oggi chiunque pubblichi anche solo un meme online con una mappa del Venezuela senza l’Esequibo rischia una multa tra i 1.000 ed i 100mila dollari

 


Dal punto di vista organizzativo, per annettere la regione al Venezuela, Maduro ha creato un Alto Commissariato per la Difesa della Guayana Esequiba, guidato da Delcy Rodríguez. Poi ha consegnato una nuova Legge Organica per la Difesa della Guayana Esequiba a Jorge Rodríguez, il fratello di Delcy, affinché il Parlamento chavista che lui presiede la approvasse (già fatto ieri) e che dovrebbe essere implementata da mercoledì prossimo. Sulla Gazzetta Ufficiale è stata anche pubblicata anche la nuova Zona Operativa di Difesa Globale dell’Esequibo, che dipende militarmente dalla "Regione Strategica di Difesa Globale Guayana" di Tumeremo, nello stato di Bolivar. Nominato come autorità unica del territorio da annettere il maggiore generale Alexis Rodríguez Cabello, cugino del numero due del regime Diosdado Cabello, ricercato negli Usa per narcotraffico (taglia 10 milioni di euro). 

 

La risposta della Guyana è stata immediata perché "Maduro è un leader dispotico, e i leader dispotici sono difficili da prevedere", ha detto il ministro degli Esteri, Hugh Hilton Todd. Per questo, rivela il Giornale, il presidente Mohamed Irfaan Ali ha prima contattato il consiglio di sicurezza dell’ONU che oggi affronterà la crisi a porte chiuse e poi ha chiamato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken che ha espresso il "sostegno incondizionato" di Washington alla sovranità del suo Paese. Infine, ieri la minuscola forza di difesa della Guyana (in tutto 6 blindati e una manciata di aerei ed elicotteri, uno dei quali scomparso l’altro ieri nell’Esequibo, forse per il maltempo), ha condotto un esercitazione con il Comando Sud degli Stati Uniti. Da parte sua Maduro ha commentato "una provocazione di Georgetown chiamare gli Usa, una minaccia per la pace".

 

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