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Donald Trump, grosse sorprese sul vice: donne, neri ed ex rivali

Matteo Legnani
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«Deve essere qualcuno che possa essere un grande presidente, perché non si può mai sapere cosa accadrà. E deve essere una persona di buon senso, perché in questo Paese ci sono troppo cose che non hanno senso». Così, a un evento elettorale tenutosi martedì in South Carolina, dove sabato si andrà al voto per le primarie repubblicane, Donald Trump ha descritto le caratteristiche salienti che dovrà avere l'uomo o la donna che sceglierà come suo vice per la corsa alla Casa Bianca di novembre.

Durante la serata, al favorito per la nomination repubblicana è stato chiesto di esprimere il suo giudizio su una mezza dozzina di potenziali “compagni di corsa” e Trump ha confermato che quei nomi sono tutti nella sua short list per la vicepresidenza degli Stati Uniti. Ecco, uno ad uno, i “magnifici 6” di Trump:

Ron DeSantis- Il governatore della Florida era dato come il grande favorito per la nomination repubblicana, alla pari se non più di Trump. Tuttavia, salito alla ribalta nazionale, non ha saputo soddisfare le attese ed è apparso talvolta in difficoltà durante i dibattiti dei mesi scorsi tra i candidati alle primarie del GOP, ai quali pur Trump era assente. Staccato di una trentina di punti dal tycoon in quasi tutti i sondaggi che hanno preceduto le primarie, ha rinunciato alla sua corsa il 21 gennaio, appena prima dell'appuntamento elettorale in New Hampshire. Nel suo discorso di saluto agli elettori ha pronunciato un endorsement a favore di Trump.

 

 

 

Vivek Ramaswami - Imprenditore nel settore delle biotecnologie, ha fatto molto parlare di sé per essere stato il primo contendente alle primarie indo-americano. Dato dai sondaggi come il quarto contendente alla nomination repubblicana dietro a Trump, De Santis e la Haley, ha dato forfait (anche lui pronunciando un endorsement a favore di Trump) il 15 gennaio dopo il deludente risultato ottenuto in occasione del caucus in Iowa, dove non ha raggiunto l'8% delle preferenze.

Tim Scott - Martedì Trump ha espresso grande stima per il senatore della South Carolina, che era presente in prima fila all'evento pre-elettorale nel suo Stato: "E’ un’ottima persona, che ha condotto una campagna elettorale di grande lealtà verso il partito e verso di me”. Nero, 59 anni, nel 2011 è stato il primo afroamericano repubblicano eletto al Congresso dallo Stato della Carolina del Sud, quando entrò alla Camera dei Rappresentanti. Dal 2013 è senatore. Si è ritirato dalla corsa per la presidenza il 12 novembre, coi sondaggi che lo davano al 2,2%. E’ considerato un fedelissimo trumpiano.

Kristi Noem – Nata in una famiglia di agricoltori di origini norvegesi, durante gli studi in Scienze politiche all’Università del South Dakota ha gestito per anni la fattoria di famiglia. Nel 2010 è entrata alla Camera dei Rappresentanti del suo Stato, venendo poi riconfermata per quattro mandati. Nel 2018 ha annunciato la sua candidatura a governatore dello Stato, venendo eletta e poi vincendo un secondo mandato nel 2022. Schierata con il movimento del Tea Party, 52 anni, è contraria all'aborto e ai diritti LGBT ed è favorevole al diritto di possedere ed utilizzare delle armi.

 

 

 

Byron Donalds – Nero, 46 anni, nato a Brooklyn e cresciuto da una madre single, ha studiato alla Florida State University e la sua carriera politica è decollata proprio in quello Stato. Membro della Camera dei rappresentanti della Florida dal 2016 al 2020, in quell’anno è stato eletto alla Camera dei Rappresentanti del Congresso, venendo riconfermato per un secondo mandato nel 2022. Esponente dell’ala destra del partito Repubblicano, è stato membro del movimento del Tea Party ed è uno dei più convinti sostenitori dell’illegittimità dell’elezione di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti nel 2020.

Tulsi Gabbard- Nata nelle isole Samoa americane, 42 anni, da ufficiale della Guardia nazionale delle Hawaii ha servito in Iraq dal 2004 al 2005. Nel 2013 è stata la prima deputata di religione induista eletta alla Camera dei Rappresentanti a Washington e nel 2019 ha annunciato la sua candidatura alle primarie per la nomination presidenziale democratica. Ritiratasi dalla corsa, ha sostenuto la candidatura di Joe Biden, ma nel 2022 ha lasciato il partito democratico non condividendone la linea sui temi sociali, dell’immigrazione e della politica estera, dichiarandosi indipendente. Lasciato il seggio al Congresso dopo quattro mandati consecutivi, negli ultimi due anni è stata commentatrice politica in tv, soprattutto per Fox. 

 

 

 

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