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Israele e la guerra con l'Iran, Netanyahu: "Il peggio non è dietro di noi"

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 "Non è detto che il peggio sia dietro di noi, giorni complessi ci aspettano". A dirlo è il comandante dell'intelligence militare israeliana Aharon Haliva. L'allerta è altissima in Israele. I servizi segreti americani hanno informato Gerusalemme che l'Iran sarebbe pronto a sferrare un attacco contro il suo territorio. Il tutto potrebbe avvenire già entro le prossime 48 ore. L'azione sarebbe stata pianificata per vendicarsi del raid sul consolato di Teheran in Siria nel quale è rimasto ucciso l'alto comandante dei Pasdaran Mohammed Reza Zahedi, insieme ad altri cinque ufficiali.

Il governo iraniano potrebbe scegliere questo venerdì per rispondere all’attacco a Damasco, in virtù del forte valore simbolico: si tratta infatti dell’ultimo del mese di Ramadan e del giorno del Quds iraniano. “Non sarei sorpreso se l’Iran agisse domani. Niente panico. Non correte nei rifugi” ha dichiarato Amos Yadlin, ex capo dell’intelligence israeliana e ora membro senior del Belfer Center della Kennedy School dell'Università di Harvard.

 

 

Israele ha richiamato dal congedo tutte le truppe combattenti e ha intensificato le interferenze sul segnale Gps intono a Tel Aviv e Gerusalemme. Haaretz ha riferito che da ottobre l'Idf ha aumentato il disturbo dei sistemi di navigazione satellitari per contrastare gli attacchi droni di Hamas e Hezbollah. Ha anche confermato che Israele sta interrompendo i Gps "in modo proattivo per varie esigenze operative. I cittadini dovrebbero essere consapevoli che l'interruzione può causare effetti vari e temporanei sulle applicazioni basate sulla posizione".

 

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