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Razzisti antiebrei corrotti, il Sudafrica post Mandela

Giovanni Terzi
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Tra poco più di un mese, il 29 maggio, si voterà in Sudafrica, Paese strategico dal punto di vista della geopolitica internazionale. Elezioni che seguono quelle di febbraio in Indonesia, il Paese islamico più grande al mondo, e si collocano a cavallo del lungo processo di voto in India, potenza globale emergente. Di seguito ecco dieci risposte per comprendere meglio lo stato in cui versa, oggi, un Paese un tempo simbolo della lotta contro l’apartehid e che oggi si trova invece dilaniato da razzismi interni, corruzione politica e, non ultima, una posizione internazionale più che ambigua. Lo testimoniano i rapporti burrascosi con Israele e quelli sempre migliori con Russia e Cina, partner non più solo economici nel gruppo dei Brics.

1) Quando si vota?
Quelle del 29 maggio saranno le settime elezioni generali a suffragio universale dalla fine dell’apartheid, nel 1994. Il Presidente è eletto dall’Assemblea Nazionale ed è capo del governo. Deve essere membro della Assemblea Nazionale, ma si dimette dopo le elezioni. Può essere destituito sia con un voto di sfiducia che con un voto di impeachment.

2) Chi governa oggi?
Il Congresso Nazionale Africano (African National Congress, Anc), fondato l’8 gennaio 1912 sul modello del Congresso Nazionale Indiano come partito di raccolta della popolazione nera e legalizzato il 3 febbraio 1990 dopo essere stato messo fuori legge dall’apartheid, ha vinto tutte le elezioni dal 1994, ottenendo sempre la maggioranza assoluta, fino a un massimo del 69,69% dei voti e 274 seggi su 400 nel 2004. Ma poi ha iniziato a calare: nel 2019 è sceso per la prima volta sotto al 60%, al 57,50; alle municipali del 2021 è sceso per la prima volta sotto il 50, al 45,59%. Gli ultimi sondaggi lo danno tra il 39 e il 42%.

3) Come mai l’Anc è in calo?
Ovviamente un po’ di usura del potere è fisiologica. Ma ci sono anche gravi problemi di corruzione, di cui è ultimo esempio l’ex Speaker della Assemblea Nazionale Nosiviwe Mapisa-Nqakula, arrestata il 4 aprile e subito portata in tribunale, con 12 capi d’imputazione per corruzione e uno per riciclaggio di denaro. Effetto della corruzione è la inefficienza dei servizi pubblici che provoca diffusi problemi negli approvvigionamenti di acqua e elettricità. C’è inoltre malcontento per una delinquenza galoppante spesso associata a una immigrazione dai Paesi vicini percepita come incontrollata.

4) C’è un problema di xenofobia dunque in Sudafrica?
Gli stranieri costituiscono circa il 7% della popolazione del Paese: 4 milioni di persone. La loro presenza riceve molta attenzione da parte dei media e ha scatenato numerosi attacchi xenofobi. Tra il 1994 e il 2021 si sono verificati 796 incidenti che hanno provocato 588 omicidi, 1.000 aggressioni fisiche e quasi 4.700 negozi di proprietà straniera saccheggiati. Va detto che le vittime sono soprattutto originarie di Nigeria, Somalia, Mali e Repubblica democratica del Congo, mentre nei confronti degli immigrati dell’Africa australe come il Mozambico e lo Zimbabwe le tensioni sono meno forti. Un sondaggio del 2013 ha comunque rilevato che circa il 44% dei sudafricani non era d’accordo con la concessione di asilo ai rifugiati, il 45% affermava che agli stranieri non dovrebbe essere permesso di vivere nel Paese e il 67% non si fidava degli stranieri. Uno studio più recente ha chiesto agli intervistati di menzionare le ragioni alla base dei crimini d’odio contro gli immigrati: il 51% ha incolpato gli stranieri mentre solo il 23% ha incolpato i locali.

 



 

5) E i bianchi?
Nel 1977 c'erano in Sudafrica 4,3 milioni di bianchi, che costituivano il 16,4% della popolazione dell'epoca, ma tra 1995 e 2016 almeno 800.000 sono emigrati, anche se poi dal 2014 ne sono tornati 340.000. Specie i boeri (bianchi di lingua afrikaans), in media meno imprenditoriali degli anglofoni, dipendevano molto da politiche pubbliche a loro favore. Invece adesso l’80% dei nuovi posti di lavoro sono riservati ai neri, e c’è anche la politica del Black Empowerment per aiutare lo sviluppo di una imprenditoria nera. Nel 2010 Reuters riferì di 450.000 bianchi sotto della soglia di povertà, e alcune ricerche affermano che fino a 150.000 starebbero lottando per la sopravvivenza. I bianchi ricchi ma anche gli agricoltori che vivono in fattorie isolate sono invece bersaglio preferenziale dell’aumento della criminalità.

6) La maggioranza assoluta che l’Anc ha avuto dal 1994 ha assicurato stabilità?
Dopo la leadership carismatica di Nelson Mandela, presidente tra 1994 e 1999, in realtà no. Il suo successore Thabo Mbeki, con una immagine centrista, nel 2008 fu costretto alle dimissioni per una rivolta guidata da Jacub Zuma: un demagogo accusato di corruzione e anche di stupro, ma che essendo zulu capitalizzava i risentimenti di altre etnie contro una leadership tradizionalmente xhosa. Dopo il breve intervallo di Kgalema Motlanthe, nel 2009 divenne presidente proprio Zuma, che però nel 2018 fu costretto a sua volta alle dimissioni da un’altra rivolta nel partito, per nuove accuse di corruzione. Al suo posto è subentrato Cyril Ramaphosa, attuale presidente. Nel 2008 i seguaci di Mbeki fondarono il Congresso del Popolo (Congress of the People, Cope), che nel 2009 arrivò terzo con il 7,42% dei voti e 30 seggi, ma dal 2014 è sceso sotto l’1%. Nel 2013 l’estremista leader del movimento giovanile Julius Malema se ne andò sbattendo la porta dopo avere prima appoggiato Zuma per poi rompere con lui. I Combattenti per la Libertà Economica (Economic Freedom Fighters, Eff) da lui fondati sono estremisti che amano cantare canzoni in cui si esorta a «uccidere i boeri», ma criticano anche la corruzione dell’Anc. Terzo partito nel 2014 con il 6,35% e 25 seggi nel 2019 sono saliti al 10,80% e a 44 seggi. Lo scorso dicembre seguaci di Zuma hanno costituito il partito uMkhonto weSizwe (in xhosa “Lancia della Nazione”, nome del braccio armato dell’Anc durante l’apartheid). Populista di sinistra ma anche anti-immigrazione, nelle prime tre suppletive cui ha partecipato ha preso percentuali tra il 19 e il 28%.

7) Chi è l’opposizione?
Dopo lo sfasciarsi del National Party, già partito dell’apartheid, dal 1999 primo partito di opposizione è quello dei liberali bianchi anti-apartheid: Democratic Party, dal 2000 Democratic Alliance. Sotto la guida del bianco Tony Leon nel 2004 ottenne il 12,37% e 50 seggi. Sotto la guida della bianca Helen Zille nel 2009 ha avuto il 16,66% con 67 seggi e nel 2014 il 22,23% con 89 seggi. Con leader il nero Mmusi Maimane nel 2019 è però sceso al 20,77 e 84 seggi. In queste elezioni il suo leader è di nuovo un bianco: John Steenhuisen. L’Inkhata Freedom Party (Ifp), storico partito zulu, terzo nel 1994 con il 10,54% e 43 seggi, nel 2019 ha avuto il 3,38% e 14 seggi: +4. Il Freedom Front Plus (Ffp), partito boero, ha avuto il 2,38 e 10 seggi: +6. Lo African Christian Democratic Party (Acdp), lo 0,84% e 4 seggi: più 1. Altri 8 partiti si sono divisi 15 seggi.

 



 

8) C’è una alleanza di opposizione?
Dopo essere sceso per la prima volta alle amministrative del 2021 sotto il 50% l’Anc ha iniziato a formare alleanza con gli Eef. Come risposta nel luglio 2023 è stata rilasciata una dichiarazione congiunta di Democatic Alliance, Inkhata, Freedom Front Plus, il partito liberista ActionSA (nato da una scissione della Da) e altri due partiti, da cui il 17 agosto successivo è venuto un accordo preelettorale denominato Carta multipartitica (Multi-Party Charter). Il 7 ottobre 2023 anche i democristiani hanno aderito, portando i seggi dell’alleanza da 108 a 112 su 400. Come ha spiegato Steenhuisen, i partiti «che la pensano allo stesso modo» devono unirsi per prevenire una «coalizione apocalittica».

9) Come vanno i sondaggi?
Contro il 39-42 dell’Anc la Democratic Alliance sta tra il 20 e il 27, l’Inkhata tra il 2 e il 5, Action SA tra l’1,4 e il 2, il Freedom Front Plus allo 0,6 e i dc allo 0,5. Insomma, la Carta potrebbe oltrepassare il 35. L’Eff sta tra il 10 e il 15, e l’uMkhonto we Sizwe tra il 10 e il 13.

10) Qual è la collocazione internazionale del Sudafrica?
La forma di governo è di tipo occidentale, e sia pure con problemi il Sudafrica è una democrazia, dove funzionano importanti imprese capitaliste, a partire dal colosso dell’oro Anglo American e dei diamanti De Beers. Tuttavia l’Anc dai tempi dell’opposizione al governo dell’apartheid ha conservato antipatie anti-occidentali che si riflettono non tanto nella adesione ai Brics, che è una scelta strategica per contare fatta propria anche da leader di destra come il brasiliano Bolsonaro o l’indiano Modi; ma da scelte come quella del febbraio 2023 di ospitare davanti alle coste sudafricane manovre navali congiunte con Russia e Cina; o dello scorso gennaio di denunciare Israele per genocidio davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja perla gestione della guerra a Gaza. L’opposizione è però per reazione convintamente filo-occidentale, e la magistratura è sostanzialmente indipendente. Per questo dopo il mandato di arresto per Putin emesso dalla Corte Penale Internazionale quando il governo sudafricano ha fatto capire che avrebbe potuto non garantire la sua incolumità il presidente russo ha preferito partecipare al vertice Brics di Durban del 22-24 agosto 2023 solo da remoto. 

Articolo tratto dal sito Tgn - The Global News

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