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Putin, le mani sui sei reattori nucleari: "La risposta è sì", l'ombra del disastro atomico

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Le mani di Vladimir Putin sui sei reattori nucleari di Zaporizhzhia. Da giorni intorno alla centrale atomica nel cuore dell'Ucraina si è scatenata una pericolosissima battaglia militare che mette fortemente a rischio la sicurezza non solo del Paese invaso dalle truppe russe, ma pure del resto d'Europa. L'ombra di un disastroso incidente in stile Chernobyl, come confermato qualche giorno fa dall'Aiea, incombe sul mondo. 

Secondo un indiscreto del prestigioso quotidiano americano Wall Street Journal (che finora non ha trovato né conferme né smentite dal Cremlino), il presidente russo avrebbe detto al capo dell'agenzia atomica delle Nazioni Unite Rafael Grossi che Mosca intende far ripartire l'impianto nucleare nel territorio ucraino attualmente in mano dei russi.

La decisione accresce la preoccupazione per i rischi di un possibile disastro nella più grande centrale nucleare d'Europa. L'impianto da 6 gigawatt si trova in una zona altamente a rischio e militarizzata, oltre a essere circondata da mine. Già nelle passate settimane i droni avevano colpito uno dei sei reattori.

Nel corso della sua visita a Sochi, il mese scorso, Grossi aveva chiesto ufficialmente a Putin e al capo della compagnia nucleare moscovita Rosatom, se l'impianto sarebbe ripartito, e il presidente russo gli ha risposto di sì, secondo il quotidiano economico Usa. Le autorità russe tuttavia finora non hanno fornito date.

A proposito degli scontri militari nella zona della centrale, lo stesso Grossi aveva parlato espressamente di "una grave escalation dei pericoli per la sicurezza nucleare che la centrale di Zaporizhzhya deve affrontare. Tali attacchi sconsiderati aumentano significativamente il rischio di un grave incidente nucleare e devono cessare immediatamente".

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