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Kharkiv, la caduta della città e la fine per l'Ucraina: la "strategia dell'ameba"

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"È un miracolo che Kharkiv sia ancora in piedi". A dirlo è il capo di Stato maggiore dell’esercito estone, Enno Mots. Proprio sulla seconda città più popolosa dell'Ucraina, che prima del conflitto contava oltre 2 milioni di abitanti, si sono recentemente spostati i maggiori sforzi militari dell'esercito russo. La sua caduta potrebbe dare un forte impulso all'azione del Cremlino e decidere le sorti del conflitto.

Lo stesso presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha dichiarato che Kharkiv "ha un grande significato simbolico" e per questo "stiamo facendo tutto il possibile per impedire alle forze russe di invadere e prendere il controllo della seconda città più grande del Paese". Se Mosca riuscisse a conquistare la città avrebbe l'opportunità di estendere il fronte di guerra, strappando a Kiev il controllo sull’intera fascia orientale del Paese. In più Kharkiv si trova ad appena 50 chilometri dal confine russo, cosa che permette all'esercito di Putin di supportare al meglio le forze d'attacco.

 

 

Secondo il generale Mots "i russi stanno usando quella che potremmo definire una 'tattica da ameba'. Non hanno le forze per un grande sfondamento e questo li porta a testare le linee ovunque, con disprezzo per la vita dei loro soldati e dei loro mezzi, sperando di avere un’opportunità".

 

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