Cerca
Logo
Cerca
+

Sanchez, la sua vice tifa per i tagliagole di Hamas: "Dal fiume al mare"

Mauro Zanon
  • a
  • a
  • a

Mercoledì, la Spagna del socialista Pedro Sánchez, assieme all’Irlanda e alla Norvegia, ha annunciato che, dal prossimo 28 maggio, si unirà ai Paesi che riconoscono formalmente la Palestina come Stato autonomo e indipendente. La decisione ha suscitato l’ira di Israele, che ha definito il provvedimento «una ricompensa per Hamas» e giovedì ha deciso di convocare gli ambasciatori di Spagna, Irlanda e Norvegia alla sede del Ministero degli Affari Esteri a Gerusalemme per consultazioni.

Ma nonostante il rimprovero, lo stesso giorno della convocazione, la vice premier spagnola e leader del Movimiento Sumar, Yolanda Diaz, ha rincarato la dose con un video diffuso sui social network.

 

 

 

«Oggi celebriamo il riconoscimento dello Stato palestinese da parte della Spagna, ma non ci fermeremo qui. Continueremo a fare pressione in virtù della nostra responsabilità di governo per difendere i diritti umani e porre fine al genocidio del popolo palestinese. Viviamo in un momento della storia mondiale in cui fare il minimo indispensabile è eroico e allo stesso tempo insufficiente. Per questo non possiamo fermarci, la Palestina sarà libera, dal fiume al mare», ha affermato la vice di Sánchez, riprendendo lo slogan di Hamas che prevede la cancellazione dalla mappa dello Stato di Israele.

 

 

 

L’appello di Yolanda Díaz ha scatenato una vera e propria crisi diplomatica con Israele che, tramite il suo ministro degli Esteri, Israel Katz, ha annunciato l’interruzione dei contatti tra la «missione spagnola in Israele e i palestinesi» e il divieto «al consolato spagnolo a Gerusalemme di fornire servizi ai palestinesi di Giudea e Samaria», in Cisgiordania. È una risposta all’«appello antisemita del vice capo del governo spagnolo», ha sottolineato il capo della diplomazia israeliana, prima di aggiungere: «Se questa persona ignorante e piena di odio vuole capire cosa cerca veramente l’islam radicale, dovrebbe studiare i 700 annidi dominazione islamica su Al-Andalus, la Spagna di oggi». Il messaggio di Katz, pubblicato su X in ebraico, inglese e spagnolo, menziona anche gli account del premier Sánchez e del leader del Partito popolare, Alberto Núñez Feijóo.

In reazione alla mossa di Madrid, inoltre, la deputata israeliana Sharren Haskel, del partito Tikva Hadasha (Nuova Speranza), ha inviato una lettera al governo chiedendo il riconoscimento dell’indipendenza di Andalusia, Valencia, Aragona, Isole Canarie, Isole Baleari, Paesi Baschi e Catalogna. Haskel, nella missiva, ha chiesto al premier di portare la misura in Consiglio dei ministri e successivamente al Parlamento per l’approvazione. «Come può la Spagna lavorare per l’autodeterminazione degli altri negandola alle regioni al suo interno?», ha attaccato la deputata, aggiungendo che queste comunità hanno espresso il loro desiderio di indipendenza «attraverso mezzi pacifici e processi democratici».

Dai blog