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Russia, la missione dell'aereo-spia italiano: cosa "vedrà" a due passi da Mosca

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Mirko Molteni
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Dal 10 al 16 settembre la Russia conduce le esercitazioni aeronavali Okean 2024 a cui partecipano anche unità cinesi. E dell’apparato di sorveglianza allestito dalla NATO per osservare le mosse della flotta del Cremlino fa parte anche un sofisticato aereo italiano che, per grossolana approssimazione, potremmo definire “aereo spia”. Più correttamente, è un velivolo da ricognizione elettronica, comando e controllo che l'Italia ha acquistato da Israele. $ un Gulfstream E-550 CAEW, sigla per Conformal Airborne Early Warning, cioè Allarme Precoce Aerotrasportato Conforme. $, per la precisione, l'esemplare matricola MM622293 del 14° Stormo della nostra Aeronautica Militare, di base a Pratica di Mare.

Secondo quanto divulgato dal bollettino Itamilradar, il ricognitore è decollato da Pratica di Mare lo scorso 6 settembre, raggiungendo la base aerea di Šiauliai in Lituania. Da lì, il 9 settembre ha volato fino a Reykjavik, in Islanda, sorvolando Baltico e Scandinavia. Ha poi iniziato a fare la spola fra Islanda e Lituania per missioni di pattuglia nei giorni 11, 12 e 13 settembre e forse sta operando ancora in queste ore, fino al termine delle esercitazioni russe. In alcuni voli l’E-550 ha effettuato prolungati circuiti a Nord dell'Islanda, sulle acque strategiche che collegano l'Atlantico Settentrionale all'Artico. Sono le acque della zona che la NATO chiama GIUK Gap (Groenlandia, Islanda, United Kingdom), l’accesso agli oceani aperti che consente alla Flotta Russa del Nord di scendere in Atlantico.

 

 

 

I russi hanno mobilitato ben 400 fra navi, sottomarini e battelli d'appoggio, 120 aerei e 90.000 uomini. Parte delle manovre riguarda Baltico e Pacifico, parte l'Artico. Sui mari nordici si concentra l’attenzione del nostro E-550. Derivato da un Gulfstream americano modificato dall'azienda israeliana IAI, è un aviogetto bimotore con apertura alare di 28 metri. Un’autonomia di ben 12.500 km gli consente lunghissimi voli di pattuglia a una velocità massima di 940 km/h.

La sua “arma segreta” è il potentissimo radar israeliano Elta EL/W-2085 che spazza l'area sorvolata a 360 gradi per un raggio di 450 km. Può tracciare fino a 1.000 potenziali bersagli, trasmettendone i dati alle forze alleate, e assicura la cosiddetta “gestione del campo di battaglia” a livello marittimo o terrestre. L’Italia ne ha in servizio dal 2018 due esemplari. Sono il fiore all'occhiello del 14° Stormo, reparto che giusto lo scorso 4 settembre ha visto insediarsi il nuovo comandante, colonnello Alfredo Pietrolucci, al posto dell'uscente colonnello Luca Mazzini. Altri due E-550 li abbiamo già ordinati a Israele e arriveranno presto, ma i piani dell’Aeronautica prevedono di arrivare fino a 8 esemplari, che assicureranno all’Italia capacità all'avanguardia in Europa.

 

 

 

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