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Iran, il capo dell'unità d'élite ha aiutato il Mossad: come è morto sotto tortura

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Mirko Molteni
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Dopo che il premier ebraico Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant hanno avuto, in sostanza, il nulla osta degli Usa a un attacco di rappresaglia israeliano all’Iran, ecco la “pezza” istituzionale. Ieri in tarda serata, come anticipato dalla tv israeliana Kan, s'è tenuta la riunione del gabinetto di guerra israeliano in cui è stata votata l’autorizzazione a ordinare l'offensiva contro la repubblica islamica, in risposta ai missili iraniani piovuti sullo stato ebraico il 1° ottobre. A rivelarlo per primo, un «alto funzionario anonimo» che non poteva dare dettagli. Con l’OK degli altri ministri, Netanyahu e Gallant avranno ora l'autorità per decidere quando e come sferrare l'assalto. È plausibile l'ipotesi di mirare a basi militari dei miliziani pasdaran e dell'intelligence iraniana, pilastri del regime, anziché a centri nucleari o strutture petrolifere. Ma nulla è certo, né è prevedibile la data del raid.

Crepe interne all'Iran emergono dalle notizie sull'interrogatorio a cui i pasdaran hanno sottoposto un “pezzo da 90” come il comandante della Forza Quds, generale Esmail Qaani. Da sabato giravano voci secondo cui Qaani, che era a Beirut a fianco degli Hezbollah, era stato ferito, o perfino ucciso, da un raid aereo israeliano. Sparito dalla circolazione, fonti arabe e Sky News lo hanno dato per rientrato a Teheran, tuttora sotto interrogatorio, e trattenuto in isolamento, nell'ambito di un'inchiesta per scovare “talpe” del Mossad nelle alte sfere del regime. Di più, secondo Sky News Qaani avrebbe ieri avuto un malore, pare un infarto, proprio mentre era sotto torchio. Nei giorni scorsi, perfino l'ex-presidente iraniano MahmudAhmadinejiad, in carica dal 2005 al 2013, aveva rivelato in un'intervista che molti ufficiali del controspionaggio iraniano erano in realtà spie al soldo di Israele. L'inchiesta su Qaani e altri uffuciali deriva dal fatto che Hezbollah sostiene che la “falla” di intelligence che ha permesso agli israeliani di uccidere il suo capo Hassan Nasrallah sarebbe stata “al 100% iraniana”.

 


Infiltrati ad alti livelli come già il KGB sovietico fece 80 anni fa piazzando Kim Philby in seno al MI6 britannico. Sempre in tema di “007”, l'esercito libanese ha dichiarato di aver arrestato «due stranieri sospettati di spionaggio in favore di Israele». Gli agenti sarebbero stati «reclutati via social web» e avrebbero «filmato gli obiettivi dei bombardamenti, per trasmettere informazioni sulla loro efficacia». Le forze israeliane hanno fatto sapere ieri che «solo nelle ultime 24 ore abbiamo bombardato 110 obbiettivi in Libano contro obbiettivi di Hezbollah». Oltre ad aver distrutto «depositi di armi nel quartiere Dahieh di Beirut e nel Sud del Libano», l'aviazione israeliana ha eliminato due comandanti di Hezbollah, Ahmad Moustafa al-Haj, capo del “fronte Houla” del movimento, e Mohammad Ali Hamdan, capo dell'unità anticarro di Hezbollah nell'area di Meiss El Jabal. Al Haj, stando all'esercito israeliano era «responsabile di centinaia di attacchi missilistici verso l'area di Kiryat Shmona», Hamdan era invece «autore di attacchi con missili anticarro contro le comunità del nord di Israele». Hezbollah ha lanciato ieri 40 razzi sull'Alta Galilea, in gran parte intercettati. Sul terreno, i miliziani sciiti avrebbero distrutto due carri armati israeliani Merkava vicino Capo Naqura. Il giornale libanese Annahar afferma che Hezbollah ha ricevuto droni dalla Russia, che avrebbe anche inviato istruttori in Libano. Da Berlino, il cancelliere Olaf Scholz promette invece che «la Germania manderà presto armi a Israele».

 

 

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