Emmanuel Macron? Dopo aver fallito in Vaticano tenta la strada della massoneria

Dopo la brutta figura davanti a tutto il mondo, il galletto francese prova a rifarsi giocando (sporco) i casa
di Andrea Morigidomenica 4 maggio 2025
Emmanuel Macron? Dopo aver fallito in Vaticano tenta la strada della massoneria
3' di lettura

Siccome in Vaticano è inciampato e ha fatto una brutta figura davanti a tutto il mondo, ora Emmanuel Macron si vuol rifare giocando in casa per vedere se riscuote più successo con la Massoneria.

Indispettito dalla scarsa accoglienza del suo interventismo negli equilibri del Conclave, l’inquilino dell’Eliseo domani sarà alla Gran Loggia Nazionale di Francia a celebrare l’anniversario della legge di separazione fra Stato e Chiesa del 9 dicembre 1905. Suona come una minaccia, visto che 120 anni fa quelle norme furono utilizzate per procedere alla confisca delle proprietà ecclesiastiche e autorizzare il governo a impedire qualsiasi manifestazione religiosa in pubblico. I totalitarismi comunisti, che allora non erano ancora stati instaurati, memori anche della ghigliottina e della costituzione civile del clero, raccolsero il testimone dai predecessori rivoluzionari di Parigi per scatenare le peggiori persecuzioni anticristiane.

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Era sufficiente copiare il primo articolo del testo sulla “laicità” e si faceva scattare automaticamente il terrore laicista, declinandolo anche con le deportazioni nei Gulag sovietici: «La Repubblica assicura la libertà di coscienza. Garantisce il libero esercizio della religione, con le restrizioni prescritte dall’interesse dell’ordine pubblico».

Ma sanno di poter fare di peggio, i cugini di Oltralpe. Dal 2021 a oggi, la legge contro il «separatismo», approvata per combattere il fondamentalismo islamico, è divenuta lo strumento per impedire perfino la benedizione dei pasti nelle mense delle scuole elementari cattoliche. Un provvedimento liberticida perfettamente in linea con la storia del Paese, ma non con la sua tradizione di figlia primogenita della Chiesa. Corruptio optimi pessima.

Per reprimere i credenti hanno istituito da un paio di decenni la famigerata Miviludes, Missione interministeriale di vigilanza e di lotta contro le derive settarie. Non sono riusciti a fermare l’espansione dell’islam radicale, ma hanno ghettizzato le altre religioni, espellendole dalla sfera pubblica.

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E allora, se la fede è relegata a questione privata, che cosa mai è andato a fare il presidente francese nei Sacri Palazzi di Roma? È il quesito che gli potrebbero porre i fratelli col grembiulino. Lo hanno sostenuto nella campagna elettorale, perché a loro è consentito il controllo delle dinamiche politiche, e ora si trovano costretti ad assistere al tentativo di Macron di ingraziarsi i preti come se fosse il peggiore dei clericali.

Finirà che tutte le obbedienze gli chiederanno il conto dell’ambiguità dimostrata, dopo avergli mostrato la via nel settembre 2023 con una dichiarazione del gran maestro del Grande Oriente Guillaume Trichard sul «diritto all’aborto» come «diritto fondamentale delle donne», contro «gli oscurantismi religiosi e politici che si oppongono a questa libertà».

Ma per i cattolici l’appartenenza alla massoneria «è proibita, a causa dell’inconciliabilità tra dottrina cattolica e massoneria», aveva confermato il Dicastero per la Dottrina della Fede nel novembre successivo, rispondendo a una lettera di un vescovo filippino con una dichiarazione firmata da Papa Francesco e dal cardinale Victor Manuel Fernandez, facendo riferimento ai documenti più recenti del magistero della Chiesa.

Si decida, il capo dello Stato francese, perché a tenere il piede in due scarpe rischia di essere scomunicato dagli uni e abbandonato dagli altri.