Prima l'appello agli iraniani: "Il regime iraniano non è mai stato così debole. Questa è un'opportunità per il popolo iraniano di sollevarsi contro il regime. Sono con voi, il popolo israeliano è con voi, siamo con voi, non contro di voi". Quindi Benjamin Netanyahu, pochi minuti dopo la massiccia controffensiva iraniana con centinaia di missili lanciati su Tel Aviv e Gerusalemme, ha convocato una riunione con i capi della sicurezza e i ministri in un bunker sotterraneo per discutere la risposta al contrattacco dell'Ayatollah Khamenei.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avuto un colloquio telefonico con il premier israeliano, proprio come Giorgia Meloni. Dopo aver convocato un vertice di governo sulla crisi in Medio Oriente ed essersi consultata telefonicamente con il presidente Trump, con il cancelliere federale della Germania Friedrich Merz e con il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio italiano ha avuto una conversazione con il leader israeliano.
Nel corso del colloquio, la premier ha condiviso la necessità di assicurare che l'Iran non possa in alcun caso dotarsi dell'arma nucleare, auspicando al contempo che gli sforzi condotti dagli Stati Uniti per giungere a un accordo possano ancora avere successo. La premier ha infine ribadito ancora una volta l'urgenza di garantire l'accesso dell'assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza. Perché nel Medio Oriente in fiamme tutto si tiene, drammaticamente.