"Anche i maschi allattano", l'ultimo delirio a sinistra

di Matteo Legnanidomenica 29 giugno 2025
"Anche i maschi allattano", l'ultimo delirio a sinistra
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Lo scorso aprile l’Alta Corte britannica ha legiferato all’unanimità che la definizione di donna nella legislazione sull'uguaglianza si riferisce a «una donna biologica e al sesso biologico» e ha escluso che gli uomini trans possano essere legalmente considerati donne. In barba a tale sentenza, il Servizio sanitario nazionale inglese (NHS) sta finanziando corsi per ostetriche affidati a un'organizzazione LGBTQ aperti a uomini che abbiano cambiato sesso e che intendano allattare i loro figli.

Andando con ordine, il quotidiano inglese Telegraph ha svelato che ostetriche dell'NHS (che lavorano cioè in ospedali pubblici e sono pagate, come il NHS, dai contribuenti britannici) sono state addestrate da un'organizzazione LGBTQ chiamata “The Queer Birth Club” che promuove l’allattamento al seno da parte degli uomini (che abbiano cambiato sesso). Il caso è diventato di pubblico dominio perché una delle infermiere coinvolte nel programma ha sollevato preoccupazioni relativamente alle procedure e pratiche di addestramento e sta ora fronteggiando un’azione disciplinare da parte dell’NHS.

«Il contenuto di queste sessioni mina gli standard clinici consolidati e introduce credenze ideologiche estreme che non hanno ragione di esistere nei contesti sanitari» ha dichiarato l’ostetrica al Telegraph. I suoi legali hanno chiesto che il Servizio Sanitario Nazionale avvii immediatamente una revisione interna per garantire che «la formazione e l’erogazione delle cure siano urgentemente basate sulla realtà biologica».

Il Queer Birth Club ha dichiarato, per difendersi, di aver fornito formazione anche nelle università e che i suoi corsi sono integrati in alcuni programmi di formazione per ostetriche. Promuove l’allattamento al seno da parte delle donne trans e sostiene che affermare che il latte prodotto da uomini biologici sia inferiore per sicurezza e qualità a quello delle donne costituisca un evidente caso di «transmisoginia».

E qui si arriva al terzo aspetto inquietante di questa vicenda, dopo il fatto che il servizio sanitario inglese paghi una organizzazione LGBTQ perché addestri le ostetriche a far allattare gli uomini dal loro seno e il fatto che una di queste sia finita sotto inchiesta per aver denunciato il fatto: non tutti gli uomini che abbiano cambiato sesso possono allattare, ma quelli che possono lo fanno grazie a un farmaco che si chiama domperidone.

Non inteso primariamente per questo scopo, il domperidone stimola effettivamente la produzione di latte e viene talvolta prescritto dai medici anche a quello scopo, nonostante le preoccupazioni legate alla sicurezza del latte ottenuto in quel modo. Lo stesso colosso farmaceutico che lo produce, la belga Janssen, sconsiglia l'impiego del domperidone per la stimolazione della produzione di latte umano per i possibili effetti collaterali che può avere ai danni del cuore del bambino.
Più in generale, preoccupazioni sono state sollevate sull’allattamento da parte degli uomini, per l’effetto che il trasferimento con il latte di quantità anomale di testosterone potrebbe avere sullo sviluppo ormonale dei lattanti.

Adolescenti ai quali, nel corso di trattamenti precoci per il cambio di sesso, sono state prescritte cure ormonali, si sono poi rilevati dipendenti da quei trattamenti per il resto della vita, senza i quali soffrono di dolori cronici. Il Queer Birth Club afferma che la loro formazione sulla «competenza in allattamento», pubblicizzata con un cartone animato che mostra una persona che allatta accompagnata dal messaggio «gioia trans», copre argomenti come «induzione dell’allattamento, alimentazione dopo un intervento di chirurgia toracica, co-allattamento». Un altro dei loro post sui social media mostra un disegno di una persona con la barba e un pancione da gravidanza con lo slogan: «Anche i ragazzi fanno i bambini».

L’organizzazione è indicata come risorsa consigliata su diversi siti web del NHS ed AJ Silver, il fondatore del Queer Birth Club che si identifica (ovviamente) come persona “non binaria”, afferma di aver formato «più di seicento professionisti della nascita». Coloro che hanno partecipato ai corsi sono invitati a unirsi a un gruppo Facebook chiuso composto da «oltre 500 professionisti con interessi simili», dove possono «costruire reti di contatti preziose e approfondire la loro comprensione delle competenze in ambito LGBTQ» scrive il Telegraph.

L'infermiera indagata ha anche messo in dubbio che i contenuti dei corsi fossero conformi alla recente sentenza della Corte Suprema sulla definizione di donna. «Le studentesse ostetriche vengono influenzate affinché applichino l’ideologia LGBTQ una volta entrate a lavorare in prima linea nel NHS, e ciò non può essere giusto, anche alla luce di quella sentenza. Inoltre credo che vi siano gravi implicazioni per la sicurezza dei pazienti che meritano un’indagine. Sono profondamente preoccupata che questo addestramento tenti di sminuire e screditare rischi clinici ben noti, potenzialmente mettendo in pericolo la salute dei bambini e delle future mamme».

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