Il conto è duro e la verità è cinica: Donald Trump ha messo a nudo le chiacchiere sull’Europa di Ventotene. Non c’è sogno, non c’è speranza, non c’è retorica di fronte a CaosLandia. A nulla valgono le parole declinate al futuro, gli impegni di accelerazione verso un dove che non è chiaro. L’Unione europea è un bluff che si presenta al mondo con blasoni dinastici di tempi e glorie antiche, è una architettura priva di un ordine di riferimento e di un equilibrio che ne sorregga i pesi. Avevamo l’obbligo di vederlo, questo re nudo, ma abbiamo preferito drogarci di narrazioni pesanti come bolle di sapone: Ventotene, la pace, i diritti, i sogni, gli Spinelli e gli Adenauer. Poi ci sono arrivate due guerre vere, dure, alle porte di casa: in Ucraina e nel Mediterraneo mediorientale, dove non tocchiamo palla. Potevamo vederlo prima che non reggeva il disegno di una moneta unica con una Banca che non assolveva al compito delle banche centrali.
Potevamo vederlo prima che se fai una moneta unica poi devi impedire la formazione di veri paradisi fiscali all’interno della stessa eurozona. Potevamo vederlo prima che tutte le volte che i cittadini erano chiamati a esprimersi sull’Europa erano solenni bocciature: Francia, Olanda, Gran Bretagna... L’Europa non piace perché non serve a nulla. Hanno preferito tirare dritto con la spocchia di chi la sapeva sempre più lunga. Ora Donald Trump ci presenta il conto, ce lo schiaffa in faccia trattandoci per quello che siamo: aristocratici decandenti, arroganti e capricciosi. Davvero a Bruxelles pensano di dare lezioni di legittimazioni all’America e a Trump? Trump mette i dazi al 30 e ci dice pure di non rompere le scatole. Se volete recuperate dal Manifesto di Ventotene le parole migliori, tanto comunque saranno inefficaci e ipocrite come ipocrite sono le parole di quella piazza organizzata da Michele Serra e Repubblica, il giornale di quel John Elkann che da Trump ci va con atteggiamento ossequioso. Che banda di falsi.
Trump, "devo licenziarlo". Rumors da Washington, terremoto (con giallo) in arrivo
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto a un gruppo di Repubblicani eletti alla Camera se dovesse licenz...Si tenessero le bolle di sapone degli Altiero Spinelli e del Manifesto di Ventotene: è colpa di questi incantatori e illusionisti se siamo ridotti così. Trump è stato eletto, la Von Der Leyen no; l’America ha una Costituzione, l’Unione europea no; negli Stati Uniti il popolo vota, in Europa no! L’Europa è un grande boh, un grande equivoco. L’Europa non ha tempra, non ha la postura per stare tra i grandi nella globalizzazione. Ci avevano detto che dovevamo fare l’Europa perché le nazioni sarebbero state troppo deboli, invece nell’unico terreno dove la Ue aveva la delega per trattare a nome di tutti si è fatta prendere a sberle, incapace di impostare una politica.
Fa ridere il centrosinistra con a capo il Pd quando se la prende con la Meloni per i dazi: a Prodi e al Pd andrebbe fatto un processo politico per averci portato in questa Europa senza spina dorsale! Ed è assurdo sentire i pistolotti di Repubblica e delle anime belle come quelli di +Europa, che per decenni hanno escluso il popolo dal processo di legittimazione democratica dal basso. Che senso hanno le frasi che sento come «Trump fa il bullo» o «la Meloni è succube di Trump» (parlano loro del Pd, che in quanto a sudditanza con banchieri e poteri finanziari, sono imbattibili!): la Casa Bianca pensa agli interessi del suo popolo e sul successo o l’insuccesso di queste azioni che sarà giudicato nel voto di metà mandato; quanto alla Meloni, ricordo che sui dazi i governi non hanno spazi di manovra. Donald Trump - ci piaccia o no - ci sbatte in faccia tutte le contraddizioni di una Incompiuta. Certo che la Cina se la gioca alla pari con l’America; certo che Trump cerca di non rompere il filo sottile con Putin: alla fine conta la somma del proprio peso economico, finanziario e politico. All’Unione europea, che pure una sua forza ce l’avrebbe, non torna la somma degli addendi.