Basta con questo sterminio, non ce la si fa più. Gridiamolo insieme: Stop al genocidio. Oh, ecco. Stop al genocidio. Sì, già mi sento meglio. Ripetiamolo: stop al genocidio. Che fantastico antistress. Ma ora che ci penso, quale genocidio? Quello in Siria forse? Stop al massacro dei drusi e all’oppressione dei cristiani per mano dei jihadisti islamisti? Ma no, a chi importa dei drusi e dei cristiani perseguitati e torturati in nome di Allah.
Stop al genocidio a Gaza. È chiaro, no? Il peggior genocidio della storia. Anzi, l’unico vero genocidio della storia. Tutto il resto è noia. Peccato solo che, secondo il World Population Review, vi sono alcuni dati che tornano. Non tornano proprio.
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Secondo l’ultimo aggiornamento del Global Urbanization Outlook delle Nazioni Unite, infatti, la popolazione di Gaza City è stimata oggi in 823.407 abitanti. Nell’ultimo anno si è registrato un incremento di 22.771 persone, pari a un tasso di crescita annuo del 2,84%. Attenzione: si tratta del tredicesimo tasso di crescita annuo più alto al mondo. Queste stime demografiche fanno riflettere. Com’è possibile che la popolazione civile palestinese sia aumentata nel bel mezzo di un genocidio senza precedenti? Semplice: a Gaza è in corso una guerra contro i terroristi di Hamas, e per quanto questa sia terribile e sanguinaria- non ha assolutamente nulla a che vedere con un genocidio. Ma andiamo per ordine.
Nel 1950, la popolazione di Gaza City era di appena 63.444 abitanti. Da allora, la crescita demografica è stata costante e accelerata. Secondo il World Population Review, infatti, un decennio dopo, nel 1960, nella medesima città vivevano già 91.100 palestinesi. E ancora, nel 1970, ben 130.900 palestinesi. Nel 1980,188.000 palestinesi. Non ci fermiamo. Nel 1990 abitavano a Gaza City 270.000 palestinesi. Tra il 2000 e il 2013, la popolazione è aumentata di oltre 687.000 persone. Secondo i dati, entro il 2020 l’intera Striscia avrebbe raggiunto i 2,1 milioni di abitanti. Tornando in città, invece, sempre nel 2020 abitavano 713.600 palestinesi. Come premesso, nel 2025, ovvero oggi, abitano a Gaza City 823.400 palestinesi. Un numero in continua crescita. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, nel 2035 abiteranno nel cuore della Striscia non meno di 1.100.000 palestinesi.
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Genocidio? Pulizia etnica? Apartheid? Sissignori, ma al contrario. Voglio dire, l’unica pulizia avvenuta a Gaza è proprio quella ebraica. Retorica? No, matematica. Un tempo Gaza ospitava una numerosa comunità ebraica con radici storiche risalenti a oltre 3.000 anni fa. Tuttavia, la maggior parte degli ebrei lasciò la città in seguito alle rivolte palestinesi del 1929. Nel 1945, ne rimanevano appena 80. Oggi, non è più presente alcuna comunità ebraica a Gaza. Gli unici ebrei che popolano oggi la Striscia, sono gli ultimi cinquanta ostaggi rapiti da terroristi tagliagole di Hamas il 7 ottobre e tenuti ancora oggi in cattività nei loro tunnel del terrore.
Per intenderci: nel 1939, ovvero prima della Shoah, la popolazione ebraica mondiale era stimata a circa 16,6 milioni di persone. Oggi, quasi novant’anni dopo, la popolazione ebraica mondiale ammonta a circa 15,2 milioni. In Europa, prima della Shoah, vivevano 9 milioni di ebrei. Durante la Shoah, 6 milioni di loro sono stati assassinati. Altro che tasso di crescita annuo del 2,84%, altro che tredicesimo tasso di crescita più alto al mondo: durante la Seconda Guerra Mondiale il 66% degli ebrei europei sono stati cancellati. Estinti. Spariti per sempre. Cenere al vento. Ecco, questo è un genocidio. Questo è un progetto genocidario. Questo è un massacro di massa volto a eliminare un intero gruppo etnico. Le parole, così come i numeri, hanno un peso. Le parole costruiscono e distruggono. Le parole plasmano la realtà. Non usiamole a vanvera.