Il caso della prima pagina del Fatto quotidiano con la foto di Osama al-Raqab - il bimbo di origine palestinese affetto di fibrosi cistica spacciato per una vittima della strategia israeliana per affamare Gaza finisce sugli account ufficiali dello Stato di Israele. Domenica scorsa il nostro giornale ha ricostruito, date e fonti alla mano, la storia della «grande bufala» del bambino che muore di fame.
Osama, malato da prima dell’inizio del conflitto tra lo Stato ebraico e Hamas, è dall’11 giugno in cura in Italia, perla precisione a Verona, dopo essere stato evacuato da Gaza grazie al ponte aereo solidale organizzato dal nostro ministero degli Esteri. Adesso sta meglio e ha recuperato anche peso. Il suo corpo, però, è stato utilizzato per portare avanti la campagna anti-israeliana in nome dell’accusa più infamante: quella, appunto, di utilizzare l’arma della carestia per piegare quel che resta di Hamas. Una mossa propagandistica che ieri è stata smascherata, dopo il servizio di Libero, dallo Stato di Israele. Che su X ha pubblicato la foto della prima pagina del quotidiano diretto da Marco Travaglio, che lo scorso 24 luglio aveva fatto del piccolo Osama la vittima-simbolo delle presunte atrocità israeliane.
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Dopo il fake della foto del bimbo di Gaza che "muore di fame" - in realtà in Italia dallo scorso 11 giu...A muoversi sono state le massime autorità dello Stato ebraico. L’account ufficiale di Israele ha pubblicato, accanto alla copertina del giornale italiano con il bimbo in condizioni critiche a causa della mancanza di cure, la foto che mostra Osama nella situazione attuale dopo il ricovero nel nostro Paese. Con questa didascalia: «Ecco come si presenta una moderna calunnia. Un bambino malato. Una foto rubata. Una menzogna che si diffonde più velocemente della verità. Il suo nome è Osama al-Raqab. Dal 12 giugno è in Italia per sottoporsi a cure mediche.Israele ha permesso il suo trasferimento da Gaza per motivi di salute. Ma ciò non ha impedito ai media di strumentalizzare la sua immagine non per raccontare la sua storia, ma per diffamare Israele».
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L’ultima arma della propaganda anti-israeliana è il cibo. Funzionale a lanciare l’accusa, allo Stato ...Un tweet che è stato a suo volta rilanciato dall’account del ministero degli Esteri di Gerusalemme. Sempre su X, sulla vicenda è intervenuto l’ambasciatore israeliano in Italia, Jonathan Peled, che ha espresso «sdegno per l’uso mistificatorio dell’immagine di un bambino affetto da fibrosi cistica per legittimare la tesi per cui Israele stia affamando deliberatamente Gaza. Chiediamo rettifica immediata e pubblicazione di informazioni. La manipolazione di immagini di bambini per fini propagandistici è inaccettabile». Eloquente anche il tweet dell’ex premier Naftali Bennett, che di fronte a un articolo che ricostruisce la manipolazione in atto si limita a scrivere: «Da non perdere».