Zelensky attacca Orban e proclama: "Tutta l'Ucraina riunita"

domenica 24 agosto 2025
Zelensky attacca Orban e proclama: "Tutta l'Ucraina riunita"

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La Russia ha annunciato oggi il rimpatrio di 146 militari dal territorio controllato da Kiev nell'ambito di uno scambio di prigionieri mediato dagli Emirati Arabi Uniti. Lo ha riferito il ministero della Difesa russo. "Il 24 agosto di quest'anno, 146 militari russi sono stati riportati indietro dal territorio controllato dal regime di Kiev", si legge nella nota, precisando che in cambio sono stati consegnati 146 prigionieri di guerra ucraini. Il dicastero ha aggiunto che i soldati russi liberati stanno ricevendo assistenza medica e psicologica in Bielorussia, prima del trasferimento in Russia per cure e riabilitazione. Nella stessa operazione, otto cittadini russi residenti nella regione di Kursk, detenuti da Kiev, sono stati rimpatriati e rientreranno a casa. 

Ma non c'è distensione con l'Ucraina, anzi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che è "solo questione di tempo" prima che Kiev possa riunire le sue terre occupate con il resto del Paese. Nel suo discorso in occasione del 34esimo Giorno dell'Indipendenza del Paese, Zelensky ha affermato che il Monumento all'Indipendenza di Kiev, dove sono incise le distanze dalle città ucraine occupate come Donetsk, Luhansk e la Crimea, è un simbolo della resilienza del Paese. "Oggi, questi simboli hanno un significato completamente diverso. Non si tratta più solo di chilometri", ha affermato. "Ci ricordano che tutto questo è l'Ucraina. C'è il nostro popolo, e nessuna distanza tra noi può cambiare questo, e nessuna occupazione temporanea può cambiarlo", ha aggiunto. "Un giorno, la distanza tra gli ucraini scomparirà e saremo di nuovo insieme come un'unica famiglia, come un unico Paese. È solo questione di tempo". Parole che complicano e non di poco le già difficilissime trattative, non ancora avviata, con il nemico russo. 

L'Ucraina, insiste Zelensky, non ha bisogno di garanzie di sicurezza dalla Russia, ma di protezioni da parte di Stati affidabili contro possibili future aggressioni russe. "Secondo, ad esempio, uno dei documenti sulle garanzie di sicurezza per l'Ucraina, ovvero il Memorandum di Budapest, la Russia era uno dei garanti di questa stessa sicurezza. Allo stesso tempo, ha violato essa stessa le sue garanzie, le sue promesse. Pertanto, non stiamo parlando di garanzie di sicurezza da parte della Federazione Russa. Stiamo parlando di garanzie di sicurezza che ci proteggeranno dalla Federazione Russa, dalla sua aggressione o dal ripetersi di misure aggressive su vasta scala in futuro", ha detto Zelensky in una conferenza stampa congiunta a Kiev con il primo ministro canadese Mark Carney. Il capo dello Stato ha sottolineato che il popolo ucraino ripone fiducia nei Paesi che hanno sostenuto Kiev sin dall'inizio della guerra. "Ad esempio, i Paesi che hanno imposto sanzioni per aggressione, i Paesi che hanno fornito armi, i Paesi che hanno fornito supporto umanitario, i Paesi che ci hanno rafforzato durante i blackout energetici, i Paesi che ci hanno aiutato a far tornare bambini e persone dalla prigionia", ha aggiunto Zelensky. Il presidente ucraino, a cui Papa Leone ha inviato nella sue omelia da San Pietro una preghiera "perché il fragore delle armi cessi e lasci il passo al dialogo, aprendo il cammino della pace per il bene di tutti", tira in ballo anche Viktor Orban: "Abbiamo sempre sostenuto l'amicizia tra Ucraina e Ungheria. E ora l'esistenza di questa amicizia dipende dalla posizione dell'Ungheria". Un riferimento allo sblocco dell'adesione dell'Ucraina all'Unione europea a cui Orban ha ribadito il suo no.