La tensione tra Mosca e Varsavia schizza alle stelle dopo l’ennesimo episodio lungo il confine orientale del Paese Nato. Nella notte tra martedì e mercoledì 10 settembre, diversi caccia polacchi si sono alzati in volo in risposta a ripetute violazioni dello spazio aereo durante un massiccio attacco con droni, che si sospetta essere russi (sarebbero decollati dalla Bielorussia). Secondo le autorità di Varsavia, alcuni droni sono stati abbattuti dopo aver attraversato il confine, mentre anche velivoli dell’Alleanza Atlantica – tra cui aerei italiani – sono entrati in azione a sostegno delle operazioni di sorveglianza.
Il governo polacco ha subito invocato l’articolo 4 del Trattato Nord Atlantico, che prevede consultazioni tra gli alleati in caso di minaccia alla sicurezza nazionale. Da Mosca è arrivata la secca smentita: "Non abbiamo inviato droni in territorio polacco. Siamo pronti a consultarci con Varsavia", ha dichiarato il Cremlino, aggiungendo che "l'episodio non è di nostra competenza". Toni enigmatici, e sprezzanti, come sempre dalle parti di Vladimir Putin.
Polonia, "attivare l'articolo 4 della Nato": droni russi, la situazione precipita
La Polonia ha chiesto formalmente l'attivazione dell'Articolo 4 del Trattato Nord Atlantico, che prevede che gli...Sulla quanto accaduto, sullo sconfinamento e sul complicarsi dello scacchiere geopolitico, è intervenuto interpellato dalla AdnKronos il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare e attuale presidente della Fondazione Icsa. "Non dovrebbero esserci problemi a ricostruire la dinamica dello sconfinamento dei droni russi in territorio polacco. Nell'area, come in tutto il confine est della Nato, gli occhi sono da tempo molto attenti, e, per inciso, in questa attività di sorveglianza attenta l'apporto italiano è di prima grandezza e di grande pregio operativo", ha premesso Tricarico, rimarcando come l’integrazione continua dei sensori radar terrestri e aerei renda difficile che anche una penetrazione a bassa quota possa passare inosservata.
Secondo il generale, la questione più delicata non è tanto stabilire se lo sconfinamento sia avvenuto – circostanza che le forze alleate possono accertare con precisione – quanto comprenderne le motivazioni. "L'ipotesi della involontarietà è piuttosto ardua trattandosi di un drone, un mezzo lento, pilotato da remoto ed in genere, in assenza di disturbi elettromagnetici, in costante consapevolezza della propria posizione. Di conseguenza – ha osservato – non è infondato ritenere che l'atto sia stato deliberato".
Il generale ha poi evidenziato un possibile obiettivo tattico di Mosca: "Chi fa sorveglianza aerea in aree o periodi di tensione sa che spesso lo sconfinamento è funzionale a saggiare la risposta della Difesa Aerea in termini di avvistamento e reazione. Se fosse questo il caso, la Russia dovrebbe aver avuto conferma della reattività del sistema anche per penetrazioni a bassa quota". L’auspicio, ha concluso il generale Tricarico, è che l’episodio resti un incidente circoscritto e non venga caricato di significati strategici più gravi.
Intanto la Russia respinge ogni responsabilità e, anzi, rilancia accusando Varsavia. In una nota diffusa dal ministero degli Esteri e rilanciata dall’agenzia Tass, Mosca accusa la Polonia di "diffondere miti" per "aumentare l'escalation" della crisi ucraina. Secondo il Cremlino, i droni impiegati contro obiettivi del complesso militare-industriale ucraino non avrebbero avuto autonomia sufficiente per attraversare il confine polacco: "Il ministero della Difesa ha confermato inequivocabilmente che non vi erano piani per colpire obiettivi sul territorio della Repubblica di Polonia e che l'autonomia di volo dei droni utilizzati non supera i 700 chilometri", si legge nella nota. E la tensione, inesorabilmente, continua a salire.