Una sinistra indecente dà la colpa alla vittima

A Saviano e Friedman si aggiungono giornali e politici “rossi”: "Charlie era razzista e la destra strumentalizza la sua morte"
di Alessandro Gonzatosabato 13 settembre 2025
Una sinistra indecente dà la colpa alla vittima

( Ansa)

4' di lettura

Errare è Roberto Saviano. Perseverare è Alan Friedman. Giovedì, a cadavere caldo, il profeta di Spaccanapoli e non solo era planato come un avvoltoio sul corpo di Charlie Kirk la cui uccisione – stando allo “sgomorrato” condannato per plagio – sarebbe nient’altro che un vantaggio politico per Trump: «L’assassinio rischia di diventare per il presidente americano l’incendio del Reichstag del ’33, non solo la fine di una vita ma la miccia per la trasformazione dell’equilibrio politico e sociale». Ieri Saviano si è superato, e non era facile: «Kirk è uno degli individui peggiori prodotti dalla politica americana. Ha propagandato falsità sull’aborto, l’immigrazione, i vaccini. Ha fatturato cifre immense ottenute soprattutto da grandi imprenditori conservatori e di estrema destra». Le idee quantomeno, al netto delle sparate di Saviano, erano le sue, di Kirk. «Disprezzo ciò che ha detto e fatto», insiste il simulacro della sinistra. «Non tutte le vite vanno rispettate». E ancora: «La sua esecuzione lo rafforza».

IL BALLERINO
Tocca a Friedman, il quale non s’è mai ripreso dalla sconfitta di Kamala Harris, anticipata di tre giorni dall’estromissione da “Ballando con le Stelle”, presagi funesti. L’altro giorno il Roberto Bolle di New York ha scritto un tweet, poi cancellato – come gli adolescenti che si sfogano sui social e poi si vergognano con gli amici – per dire che la «la violenza cresce grazie a gente come Kirk», il quale avrebbe sostenuto che «le donne nere non avevano diritto al lavoro», che «i gay andavano uccisi», oltre ad aver fatto «propaganda pro-Putin», un’infilata di stupidaggini sesquipedali difficilmente ripetibile. E invece no, perché Alan segna un altro primato personale, e lo consegna alla Stampa: «Grazie al suo podcast e all’incitamento quotidiano al razzismo, alla violenza e all’odio, l’impero di Kirk è cresciuto da 4 milioni di dollari a 92 milioni (... ) Sì, qualcuno dirà: l’America è sempre stata violenta, nata da una rivoluzione e immersa nella cultura delle armi.

Ma Trump ha strappato il cerotto del razzismo, ha ammiccato al suprematismo bianco con la delizia maligna di un complice». Insomma, pare di capire – ma potremmo sbagliarci – che per Saviano e Friedman il povero 31enne padre di famiglia se la sarebbe cercata o quasi. La coppia eccelle pure nell’antifascismo, nella lotta alle nuove camicie nere, all’olio di ricino che ha assunto nuovi sapori: i mali del mondo stanno lì. E però ora chi glielo dice al magnifico duo – notizia di ieri pomeriggio – che su una pallottola del killer c’era scritto “Bella Ciao, bella ciao ciao ciao”? Grazie a Michele Serra – giovedì ci aveva instillato il dubbio il matematico Piergiorgio Odifreddi – abbiamo la certezza che esistono assassinati di serie A e B. «Se i killer politici sono tutti uguali e spregevoli», spiega Serra dalla sua “Amaca” di Repubblica, «non sono così uguali tra loro le vittime. Jo Cox, la deputata laburista inglese uccisa a pugnalate per strada da un fascista, era in prima fila nella lotta alla discriminazione razziale». L’Amaca barcolla: «È ugualmente inaccettabile morire per le proprie idee» – ah, davvero? – «ma non è per niente uguale vivere esaltando la superiorità di una razza sulle altre, o di un popolo sugli altri, e vivere lavorando per l’uguaglianza e la pace tra gli esseri umani».


Andiamo oltre per carità cristiana, e però Avvenire, il quotidiano dei vescovi, diffonde col turibolo un’analisi di Giorgio Ferrari che per livore potrebbe trovare asilo su Domani: «L’assassinio dell’influencer Kirk, portabandiera del mantra “Make America great again” brandito da Trump come talismano millenaristico e assurto a precetto-guida dei suprematisti, non fa che riconfermare il solco profondo che divide il Paese, culminato nell’assalto a Capitol Hill e nell’attentato a Trump del luglio scorso (...) Una politica», tiene a sottolineare Ferrari, «il cui linguaggio stesso ha cambiato forma, veicolata da un’intolleranza che è cara all’ex ideologo del presidente, Steve Bannon». Kirk, colpa suprema, era perfino un «negazionista climatico».

ACCUSE AL GOVERNO
A maître à penser e giornalisti si aggiunge Angelo Bonelli della Bonelli&Fratoianni: «Questa strumentalizzazione della morte di Kirk per accusare una parte politica rende tutti noi più vulnerabili ma con una differenza», afferma, «io non ho la scorta». Bonelli si sente nel mirino. Riccardo Magi, il leader di +Europa non presente in Europa per mancanza di voti, rilancia: «Il ministro Ciriani arriva a lanciare in modo gratuito un atto di accusa verso le opposizioni in Italia sull’atteggiamento che si dovrebbe avere sull'omicidio di Kirk. A me sembra che chi sta usando l'uccisione dell'influencer trumpiano per la macabra propaganda di odio sia proprio la destra, in Italia, in Europa e in Usa». Tutto chiaro? L’arma del killer gridava “Bella ciao”. Siamo certi che i partigiani dell’Anpi, Schlein, Ruotolo e tanti altri non tarderanno a condannare l’odio politico. L’odio dei compagni.