Libero logo

La Francia in crisi nera perde il senso del ridicolo

Lecornu rinuncia all’incarico e scarica la colpa sui partiti: "Pensano tutti di avere la maggioranza assoluta"
di Mauro Zanonmartedì 7 ottobre 2025
La Francia in crisi nera perde il senso del ridicolo

(Ansa)

4' di lettura

Parigi: 14 ore e 26 minuti. È quanto è durato il governo di Sébastien Lecornu, il fedelissimo del presidente Macron che avrebbe dovuto ridare stabilità alla Francia, allargare la fragile maggioranza che sostiene l’inquilino dell’Eliseo, condurre il paese alle presidenziali del 2027, e passerà invece alla storia (...) come il primo ministro più effimero della Quinta Repubblica. «Non sussistevano più le condizioni per esercitare le mie funzioni», ha detto ieri mattina Lecornu in un discorso pronunciato dalla scalinata di Matignon, sede dell’esecutivo. Oggi era atteso alla Camera bassa del Parlamento francese per il tradizionale discorso di politica generale in cui il primo ministro presenta le grandi linee del futuro mandato. Ma non ci sarà nessun discorso. «Per tre motivi. Il primo è che questi partiti politici hanno fatto finta di non vedere il cambiamento, la profonda rottura, di non avvalersi dell’articolo 49.3 (permette di approvare una legge senza il voto del Parlamento, ndr)», ha sottolineato Lecornu.

Il secondo è l’intransigenza dei partiti che ha ricevuto a Matignon per le consultazioni, ognuno con l’atteggiamento di chi credeva di avere «la maggioranza assoluta». «Mi sono trovato in una situazione in cui ero disposto a scendere a compromessi, ma ogni partito voleva che l’altro adottasse integralmente il proprio programma», ha dichiarato l’ex capo dell’esecutivo. Infine, «la composizione del governo all’interno della base comune non è stata fluida e ha dato luogo al risveglio di alcuni appetiti di partito, talvolta non privi legame (...) con le future elezioni presidenziali», ha concluso Lecornu, invitando gli altri leader a essere «più altruisti» e a «mettere da parte certi ego»: un riferimento con ogni probabilità al ministro dell’Interno uscente e presidente dei Républicains (Lr) Bruno Retailleau. È quest’ultimo, domenica sera, ad aver acceso la miccia che ha fatto esplodere il governo. Subito dopo l’annuncio dell’esecutivo, il leader dei gollisti ha denunciato una squadra che «non riflette la rottura promessa», minacciando le dimissioni e di trascinare con sé gli altri ministri Lr, senza specificare che tali dichiarazioni erano figlie della nomina a sorpresa di Bruno Le Maire alla Difesa, ma facendovi chiaramente riferimento. Dopo aver «escluso categoricamente» l’ingresso nel governo solo due settimane fa, Le Maire, in esilio in Svizzera, aveva giustificato la sua virata con «le circostanze eccezionali che sta attraversando la Francia».

Dimissioni Lecornu, Macron disperato: come lo sorprendono fuori dall'Eliseo

Un Emmanuel Macron diperato, quello "pizzicato" fuori dall'Eliseo. Il presidente francese ha dovuto fare i...


Ma per i gollisti, l’ex membro di Lr non è solo un traditore (si è unito a Macron nel 2017 e ne è diventato un giannizzero): è il principale responsabile della grave crisi finanziaria in cui versa la Francia. Le Maire è stato infatti ministro dell’Economia francese dal 2017 al 2024, un settennato in cui si è guadagnato il nomignolo di «monsieur 1000 milliards de dette», ossia l’uomo che ha appesantito il debito francese di altri mille miliardi: impossibile dunque accettare di far parte di un governo con Le Maire alla Difesa. Una nomina, tra l’altro, di cui Retailleau è stato tenuto all’oscuro fino all’ultimo. Lecornu «mi ha nascosto la nomina di Bruno Le Maire», ha rivelato ieri Retailleau al telegiornale di Tf1. Nel pomeriggio, il primo ministro dimissionario è tornato nuovamente all’Eliseo per un colloquio con il presidente. Al termine del faccia a faccia, l’Eliseo ha comunicato che «il presidente della Repubblica ha affidato a Sébastien Lecornu, primo ministro dimissionario incaricato degli affari correnti, la responsabilità di condurre, entro mercoledì sera, le ultime trattative volte a definire una piattaforma d’azione e di stabilità per il Paese». Un annuncio che ha colto di sorpresa un po’ tutti. «Ho accettato la richiesta (...). Mercoledì sera comunicherò al capo dello Stato se ciò sarà possibile o meno, affinché possa trarne tutte le conclusioni del caso», ha scritto su X Lecornu.

L’ipotesi di uno scioglimento dell’Assemblea nazionale e conseguente ritorno alle une, scenario invocato a gran voce del Rassemblement national di Marine Le Pen e Jordan Bardella come unica soluzione per uscire dall’impasse istituzionale, sembra per ora allontanarsi. Macron vuole un nuovo primo ministro e affida a Lecornu il ruolo di negoziatore per trovare un accordo di interesse generale e preparare la strada al futuro capo di governo. Prima del colloquio all’Eliseo, Le Maire, il casus belli dell’esplosione dell’esecutivo, ha proposto a Lecornu di dimettersi dal ministero della Difesa. Proposta che è stata accettata dal primo ministro dimissionario, che assume provvisoriamente anche le redini del dicastero della Difesa. In caso di fallimento delle «ultime trattative» di Lecornu, ha riferito l’entourage del presidente a BfmTv, Macron «si assumerà le proprie responsabilità». Secondo un sondaggio Odoxa pubblicato a fine giornata, il 70% dei francesi vuole le dimissioni dell’inquilino dell’Eliseo.

Macron, "mi assumerò le mie responsabilità": ultime 48 ore per Lecornu

Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto al primo ministro dimissionario Sébastien Lecornu di condurre d...