E ora Donald Trump potrebbe davvero ambire a quel Nobel per la pace che brama ma che difficilmente gli daranno. Nella notte tra l’8 e il 9 ottobre, ecco piovere una notizia storica, che fino a pochi giorni fa sembrava pura fantascienza: Israele e Hamas hanno firmato la prima fase di un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti, con il contributo decisivo di Qatar, Egitto e Turchia. Una svolta che ha acceso una speranza concreta dopo mesi di devastazione nella Striscia di Gaza.
“Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi sottoscritto la prima fase del nostro piano di pace, tutte le parti saranno trattate equamente! Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d'America, e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti. Benedetti gli operatori di pace!” ha scritto Donald Trump sul suo social, Truth.
Le televisioni israeliane hanno subito diffuso immagini di festeggiamenti nelle strade di Gaza, dove la popolazione è scesa a celebrare l’annuncio di un cessate il fuoco che, secondo l’accordo, dovrebbe segnare la fine delle ostilità e l’inizio di una fase di graduale ritiro delle truppe israeliane.
Dal canto suo, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha confermato la notizia con parole di forte impatto: “Un grande giorno per Israele. Domani convocherò il governo per approvare l'accordo e riportare a casa tutti i nostri cari ostaggi. Ringrazio dal profondo del cuore il Presidente Trump e il suo team per il loro impegno in questa sacra missione di liberazione dei nostri ostaggi. Ringrazio i valorosi soldati dell'Idf e tutte le forze di sicurezza: è grazie al loro coraggio e al loro sacrificio che siamo giunti a questo giorno. Con l'aiuto di Dio, insieme continueremo a raggiungere tutti i nostri obiettivi e ad espandere la pace con i nostri vicini.”
Secondo fonti diplomatiche, Trump e Netanyahu avrebbero avuto una lunga conversazione telefonica, “molto emozionante e calorosa”, durante la quale i due leader si sarebbero congratulati per lo storico risultato. Netanyahu avrebbe ringraziato Trump per il suo ruolo determinante e lo avrebbe persino invitato a tenere un discorso davanti alla Knesset, come gesto simbolico di riconciliazione e amicizia tra i due Paesi.
Anche Hamas ha diffuso un comunicato ufficiale: “Il movimento annuncia il raggiungimento di un accordo che determina la fine della guerra a Gaza, il ritiro dell'Idf, l'ingresso di aiuti e lo scambio di prigionieri, dopo negoziati responsabili e seri che il movimento ha condotto insieme alle fazioni. Apprezziamo profondamente gli sforzi dei fratelli mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, e apprezziamo anche gli sforzi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine definitivamente alla guerra e ottenere il completo ritiro dalla Striscia di Gaza.”
Tra i più commossi, le famiglie degli ostaggi israeliani, che hanno accolto con sollievo la notizia della firma. “La speranza non è mai morta”, hanno raccontato ai media, mentre Channel 12 riferisce che tutti i 48 ostaggi ancora in vita saranno rilasciati contemporaneamente, senza cerimonie pubbliche, come previsto dall’intesa.