"Una volta entrati all’Eliseo c’è una sorta di anticamera, dove si aspetta che arrivino tutti gli invitati. Poi ci fanno entrare nel salone degli Ambasciatori, dove siamo già stati altre volte per riunioni di emergenza, per esempio sull’Ucraina. E lì, prima sorpresa, non ci sono posti assegnati. Di solito ognuno vede il proprio nome sulla sedia da occupare, e spesso è interessante capire in base a quale logica i posti vengono assegnati. Stavolta, invece, niente. Quindi, in attesa che arrivi Macron, ci troviamo come in una specie di escape game, dobbiamo sederci e già per fare questo dobbiamo cooperare, metterci d’accordo. Cerco di rompere il ghiaccio dicendo 'è un'occasione per voi della base comune per mostrare di esistere ancora, cominciate pure a sedervi accanto al presidente', ma nessuno si muove, fingono di non avermi sentita. Io mi siedo davanti a Macron, Fabien Roussel (il comunista) alla sua sinistra così come Olivier Faure (il socialista), il che è utile perché così possiamo scambiarci gli sguardi mentre Macron parla".
Clamorosi retroscena dalla Francia, raccontati dalla segretaria ecologista Marine Tondelier. Il Corrirere della Sera ha fatto il punto su quanto accaduto ieri, venerdì 10 ottobre, quando Emmanuel Macron ha incontrato i leader dei vari partiti transalpini per discutere sulla nomina del nuovo primo ministro francese. Nuovo si fa per dire, dato che alla fine il presidente ha optato per la riconferma di Sebastien Lecornu. Nella stanza dei bottoni erano presenti Olivier Faure (socialisti), Marine Tondelier (ecologisti), Fabien Roussel (comunisti), Edouard Philippe (Horizons), Gabriel Attal (partito in teoria presidenziale Renaissance), e anche Retailleau e Wauquiez.
Francia, l'ennesima farsa di Macron: riconfermato Lecornu primo ministro
Ennesima farsa. Emmanuel Macron ha deciso di riconfermare Sebastien Lecornu come primo ministro della Francia. Nonostant..."Atmosfera molto formale, tutti ascoltano quando il presidente ha la parola anche perché tutti cercano di capirci qualcosa, per esempio Gabriel Attal è arrivato alla riunione senza alcuna idea di quello che sarebbe successo e di quel che Macron avrebbe detto, il che è curioso se pensiamo che Attal è il capo del partito presidenziale. Tutti pendiamo dalle labbra del presidente per capire che vuole fare ma rimaniamo delusi perché pone solo tre domande: volete la dissoluzione? La base comune esiste ancora? Quali compromessi siete pronti a fare? Ognuno risponde, noi con i colleghi di sinistra rivendichiamo il primo ministro perché è evidente che la 'base comune' non esiste più, ma dopo quel che è successo e tutte queste parole Macron dice 'ho ascoltato tutti, aritmeticamente loro (centro e destra) sono 210, voi (sinistra) siete 191, dunque sono loro a vincere'". Edouard Philippe, il primo premier di Macron, che due giorni fa ha chiesto le dimissioni del presidente, non dice una parola. Gelo tra i presenti.