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Bunker antiatomici, cosa sta accadendo in Svizzera: l'ombra della guerra

di Paola Natalimartedì 4 novembre 2025
Bunker antiatomici, cosa sta accadendo in Svizzera: l'ombra della guerra

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Dalla neutrale Svizzera, che non può essere coinvolta in conflitti armati o politici tra altri Stati, arriva una decisione del Governo di aumentare il numero di rifugi antiatomici per evitare in caso di attacco di bloccare l’economia del Paese. Il Consiglio della Confederazione Elvetica da quanto si apprende dall’Ufficio federale della protezione della popolazione UFPP, nella sua seduta del 22 ottobre, ha previsto nei prossimi 15 anni d’investire complessivamente 220 milioni di franchi per ristrutturare i bunker. Tra i punti chiave, visto i cambiamenti degli scenari globali, si è previsto di creare “strutture di protezione supplementari per i pendolari, soprattutto nelle grandi città e nei centri urbani,  garantire la salvaguardia del valore delle infrastrutture esistenti e sviluppare ulteriormente la rete di costruzioni di protezione” e di aumentare e uniformare il contributo sostitutivo per posto protetto a CHF 1400.

Ricordiamo che in Svizzera sussiste un obbligo di legge che deve garantire a ogni residente un posto in un rifugio antiatomico e questo è scritto una legge federale inerente alla protezione della popolazione e della protezione civile.  Vi sono anche degli obblighi per quanto concerne la costruzione infatti chi realizza nuove abitazioni a scopo residenziale è tenuto a fabbricare un rifugio interno. Nel caso in cui la propria abitazione non disponga di un bunker, ci sono anche rifugi pubblici ed in questo caso il cittadino deve pagare una tassa che si aggira intorno a i 1500 euro.  La Svizzera  possiede a oggi più di 370.000 bunker nucleari e dal 1962 ha investito circa 12 miliardi di franchi nella costruzione di rifugi antiatomici e oggi vige ancora l’obbligo di costruzione in caso di  attacchi terroristici con uso di armi nucleari, catastrofi naturali o  incidenti chimici.

Sempre nella seduta del 22 ottobre il Consiglio federale è stato informato “anche sulla strategia quadro relativa alle costruzioni di protezione, elaborata dall’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP) in collaborazione con l’esercito, alla luce dell’attuale situazione geopolitica e sulla scorta delle esperienze della guerra in Ucraina” dove emerge che i rifugi tradizionali nel luogo di residenza restano importanti e che è quindi necessario garantirne la salvaguardia del valore per i prossimi decenni.