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Trump e Putin, la profezia dell'ambasciatore: "Ordine europeo nella sua fase terminale"

domenica 23 novembre 2025
Trump e Putin, la profezia dell'ambasciatore: "Ordine europeo nella sua fase terminale"

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In ballo oggi pomeriggio a Ginevra, nel summit sulla pace in Ucraina, non c'è solo il futuro di Kiev ma pure il nuovo ordine mondiale. Un equilibrio delicatissimo e decisivo da cui sembra esclusa l'Unione europea, ridotta a spettatrice e schiacciata dal peso di Donald Trump da una parte e Vladimir Putin dall'altro. 

A sottolinearlo, su La Stampa, l'ambasciatore italiano Ettore Sequi in un intervento decisamente duro e per certi versi inquietante. Secondo Sequi "il piano americano in 28 punti è la prova che l'ordine europeo sta entrando nella sua fase terminale. Non è un'iniziativa diplomatica, ma un atto di rottura che ridisegna la sicurezza del continente senza l'Europa e sopra la testa dell'Ucraina". Il suo giudizio sul piano che lo stesso Trump, forse per rassicurare Zelensky, ha sottolineato essere "non definitivo", è tranchant: si tratta, dell'ambasciatore, di "un'operazione di potere in cui Washington e Mosca usano l'Ucraina come leva e l'Europa come portafoglio. L'Ucraina è il teatro, ma il bersaglio è l'intera architettura di sicurezza europea".

Al di là delle clausole e delle richieste, che saranno ancora oggetto di trattativa, secondo Sequi a essere "rivelatrice" è la stessa "struttura istituzionale": il piano, suggerisce il diplomatico italiano, "crea un Peace Council presieduto da Trump, organo di fatto vincolante con poteri di monitoraggio e sanzione. È un ordine parallelo all'Onu che marginalizza il diritto internazionale e concentra nelle mani del presidente americano la funzione di garante supremo. La sicurezza diventa un servizio a pagamento. Washington 'riceve compenso' per ciò che prima era un impegno strategico. La deterrenza non è più un principio, è una fattura".

Alla Russia invece andrebbe "il riconoscimento geopolitico che Putin inseguiva dal 2007, quando dichiarò che l'ordine unipolare era inaccettabile. Ora quelle parole diventano realtà. La Russia non subisce la mediazione internazionale, la co-scrive. È una vittoria poiché Mosca passa dall'essere potenza revisionista isolata a potenza legittimata, interlocutrice 'alla pari' degli Stati Uniti". Sarebbe anche un messaggio politico alla Cina: "Se l'Occidente è disposto a ratificare una revisione dei confini in Europa, potrebbe domani mostrarsi altrettanto permeabile di fronte alle aspirazioni cinesi su Taiwan".

Il triangolo Usa-Russia-Cina, sentenzia Sequi, "entra così in una nuova fase. È il ritorno alle sfere d'influenza: la competizione tra Stati Uniti, Russia e Cina si gioca sul controllo degli spazi intermedi, non sulla volontà degli Stati che li abitano". In questo senso, "le conseguenze per l'Europa sono profonde. L'Ue è relegata al ruolo di finanziatore senza voce, chiamata a stabilizzare un vicinato che non ha definito".