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Il presidente del Sudan Omar al Bashir accusato di genocidio

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Dopo i crimini contro l'umanità e di guerra nel Darfur, l'Aja emette un nuovo capo d'accusa

Roberto Amaglio
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Già raggiunto dal 4 marzo del 2009 da un ordine di cattura per crimini contro l'umanità e crimini di guerra in relazione alla guerra civile del Darfur, da oggi il presidente del Sudan Omar al Bashir si trova sul groppone anche l'accusa di genocidio. La Corte penale internazionale dell'Aja, infatti, ha deciso di estendere il mandato d'arresto per il presidente del Sudan Omar al Bashir anche a questo pesante capo d'accusa, sempre riferito alla sanguinosa guerra interna che sta dilaniando il Paese da ormai 19 anni. Una nuova condanna senza dubbio indicativa delle condizioni in cui versa lo Stato dell'Africa sub sahariana, ma che difficilmente sfocerà in qualcosa di concreto: è da infatti dieci anni che le Nazioni Unite si occupano della questione, senza però riuscire a trovare né il modo di mettere le mani su al Bashir né tantomeno una soluzione al conflitto bellico che vede contrapposti i mussulmani (stipati al nord del Sudan) ai cristiani. I progressi fatti durante tra il 2003 e il 2005 sono infatti rimasti solo sulla carta: la disponibilità di al-Bashir a garantire un'autonomia alle regioni del sud della durata di 6 anni e permettere loro al termine di tale periodo di esprimersi sulla loro autonomia dallo Stato centrale, infatti, è stata mistificata dalle indicazioni autoritarie imposte poi dagli stessi vertici del Paese, intervenuti a più riprese intimando ai cristiani di non pronunciarsi sull'indipendenza.

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