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Darfur. L'Italia non rifinanzia la missione Onu

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Impossibilità a ricevere i permessi necessari dal Sudan. Torneranno in Patria i 103 soldati stanziati

Roberto Amaglio
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Si aggiunge un nuovo capitolo nella difficile situazione nel Darfur, la regione dell'Africa dilaniata da 19 anni da una guerra civile e religiosa. Dopo che la Corte penale internazionale dell'Aja ha deciso di estendere il mandato d'arresto per il presidente del Sudan Omar al Bashir anche al genocidio, oggi si apprende che la missione internazionale Onu dovrà fare a meno dell'apporto del contingente italiano. Nel corso del dibattito in commissione Difesa sul decreto di rifinanziamento delle missioni militari italiane all'estero, infatti, il sottosegretario Giuseppe Cossiga ha reso noto che "la partecipazione italiana alla missione ONU in Darfur è stata di fatto non rifinanziata per l'impossibilità di ricevere i necessari visti d'ingresso da parte del governo sudanese". Critica sulla decisione del Governo la deputata del Pd Federica Mogherini. "Si tratta di un fatto grave - afferma la segretaria della commissione Difesa di Montecitorio – che indebolisce la presenza internazionale in un'area di crisi tra le più complesse al mondo. Non basta una presa d'atto burocratica di questa indisponibilità del governo sudanese per lasciare un'area dove non sono garantiti diritti umani fondamentali e dove il ruolo delle organizzazioni internazionali può essere decisivo". Contingente italiano – Bisogna ricordare, comunque, che il contingente italiano in questa area dell'Africa sub sahariana era alquanto modesto. Fino allo scorso gennaio, infatti, alla missione Unamid partecipavano solo tre soldati italiani, saliti poi a 103 unità grazie a un decreto-legge dell'1 gennaio 2010 sulle missioni internazionali.

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