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Maxi sequestro di beni archeologici a Ginevra. I reperti ammontano a 15mila euro

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Un 55enne giapponese li nascondeva nel suo magazzino. Gli oggetti sarebbero stati immessi sul mercato nero

bonfanti ilaria
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Sono stati sequestrati oggi a Ginevra 337 reperti archeologici, di grande valore storico e artistico. I Carabinieri della Sezione archeologica del Nucleo Patrimonio Artistico, coadiuvati dalla Prefettura e dalla Polizia cantonale di Ginevra e Basilea, hanno infatti ritrovato gli oggetti nel magazzino di un giapponese di 55 anni, pronti per essere immessi sul mercato clandestino nipponico. Sono stati rinvenuti vasi di ceramica, statue di marmo, candelabri etruschi, affreschi pompeiani, bronzi sardi, guerrieri nuragici in bronzo e una navicella. I reperti saranno consegnati nella giornata di lunedì alla Sovrintendenza archeologica capitolina per avviarne la ricontestualizzazione. I beni sono tutti datati tra l'VIII secolo a.C. e il IV secolo d.C. e hanno un valore complessivo stimato sui 15milioni di euro. Sono inoltre frutto di alcune operazioni di scavo, clandestine, condotte tra gli anni '70 e '90 tra Lazio, Sardegna, Puglia e Magna Grecia. E l'operazione "Andromeda"- il nome ha preso ispirazione dalla figura mitologica rappresentata su una serie di crateri a volute- è stata illustrata durante la conferenza stampa che si è tenuta al Colosseo e ha visto partecipi il genereale Giovanni Nistri, il sottosegretario ai Beni Culturali, Francesco Giro, il sovrintendente archeologico di Roma, Giuseppe Proietti, il procuratore aggiunto capitolino, Giancarlo Capaldo, il comandante, Raffaele Mancino e Daniela Rizzo, archeologa della Sovrintendenza.

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