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America top-secret, sono tutti spiati

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Indagine del Washington Post: dopo l'11 settembre negli Usa sono nate migliaia di agenzie contro il terrorismo e il governo ha perso il controllo

Paolo Franzoso
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Via la maschera, America. Il Washington Post pubblica un'indagine di Dana Priest, giornalista due volte premio Pulitzer e autentica “watchdog” del potere americano. Al centro dell'inchiesta la gestione della guerra al terrorismo. “Il mondo top secret che il governo ha creato come risposta agli attacchi terroristici dell'11 settembre è diventato così imponente, scarsamente maneggevole e segreto che nessuno sa quanto denaro costi, quanta gente impieghi, quanti programmi comprenda o esattamente quante agenzie svolgano lo stesso lavoro”. Sono le prime righe scritte assieme al collega William M. Arkin sotto il titolo “America top-secret, un mondo segreto che cresce senza controllo”. I dati sono inquietanti: 1.271 organizzazioni governative e 1.931 compagnie private lavorano nel settore del controterrorismo e sono dislocate in 10 mila località americane. 854 mila persone collaborano all'interno dell'apparato hanno accesso a informazioni riservate. A dir la verità, gli stessi giornalisti ammettono di averci capito poco: “Dopo nove anni di crescita e spesa senza precedenti, il risultato è che il sistema creato per garantire l'incolumità degli Stati Uniti è così imponente che la sua efficienza è impossibile da determinare”. Le ricerche sono durate due anni, basate su documenti governativi, dati da registri federali e centinaia di interviste ad agenti, funzionari ed esperti, ma risulta compito proibitivo fare il punto di ciò che sta succedendo. Ogni anno vengono pubblicati non meno di 50mila rapporti di intelligence da parte di analisti chiamati a fare il punto su notizie raccolte attraverso attività di intelligence interne o estere. Per di più la maggior parte delle informazioni sulle missioni svolte sono classificate, comprese quelle per il budget a disposizione dei servizi segreti. Impossibile decifrare l'America top-secret.  Lo scoop allora resta fra i numeri, l'aumento esponenziale di organizzazioni governative antiterrorismo, l'aumento a 16.500 dipendenti dai 7.500 del 2002 dell'Agenzia per l'Intelligence Nazionale del Pentagono e il raddoppio delle spese nel settore: l'eccesso di sicurezza ha portato alla costruzione di un apparato di spionaggio (interno!) degno dell'Unione sovietica. Insomma, gli americani ne hanno fatto un business, poi ne hanno perso il controllo. Ora si attendono dal Washington Post le nuove puntante dedicate ai contractors.

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