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Latte avariato in Cina

Milioni di sms di scuse

Albina Perri
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Volevano protestare per il latte avariato che ha fatto ammalare i loro figli, ma il governo cinese li ha fermati. I genitori dei bambini vittime del latte in polvere alla melamina sono stati bloccati dalla polizia cinese prima che manifestassero e parlassero alla stampa. Il bavaglio è stato messo lo stesso giorno in cui alcuni degli industriali accusati della contraffazione, ora a rischio ergastolo, hanno inviato una richiesta di «perdono» all'opinione pubblica cinese, tramite milioni di sms di scuse. "Siamo profondamente dispiaciuti per il male che abbiamo fatto ai bambini e alla società - si legge nel messaggio - ci scusiamo sinceramente e imploriamo il vostro perdono".  Il latte in polvere contraffatto con la melamina, una sostanza tossica che fa aumentare artificialmente il valore calorico del prodotto, ha causato la morte di almeno sei neonati, mentre si calcola che siano circa 290mila quelli che si sono ammalati e che sono stati ricoverati in ospedale.  Il governo di Pechino ha promesso che sosterrà tutte le spese mediche delle famiglie dei bambini rimasti vittime del latte ma alcuni genitori sostengono che la realtà è diversa. "Ho già dovuto pagare 50mila yuan (circa cinquemila euro) per l'operazione e le medicine" ha dichiarato uno dei genitori che vive nella provincia del Sichuan, nel sudovest della Cina. La prima firmataria dell'sms diffuso oggi è Tian Wenhua, la manager di 66 che dirigeva la Sanlu, l'impresa della provincia dell'Hebei al centro dello scandalo.Tian e i suoi coimputati rischiano l' ergastolo. Il processo si è concluso ma il Tribunale che lo ha celebrato a Shijiazhuang la capitale dell' Hebei, non ha chiarito quando verrà emessa la sentenza. Si ritiene che Tian e i suoi tre coimputati saranno condannati all' ergastolo. Il permesso di assistere al procedimento è stato negato ai giornalisti stranieri che lo avevano richiesto. Lo scandalo del latte alla melamina, che ha dato un severo colpo all'industria agroalimentare cinese, è scoppiato in settembre in seguito ad una denuncia della Fonterra, l' impresa neozelandese partner della Sanlu. Dirigenti della Fonterra hanno affermato di aver lanciato in allarme poco prima dell' apertura delle Olimpiadi (iniziate a Pechino l' 8 agosto), facendo sorgere il sospetto che le autorità abbiano tardato ad intervenire per non danneggiare i Giochi. Fino ad oggi nessun funzionario pubblico è stato accusato per lo scandalo anche se il direttore dell' organo addetto ai controlli di qualità, l' Amministrazione per la Supervisione Qualitativa e la Quarantena, si è dimesso. Nel corso del processo uno degli imputati avrebbe detto che i dirigenti della Sanlu erano al corrente della contraffazione da maggio dell'anno scorso mentre i giudici hanno sostenuto che la notizia era arrivata loro fin dalla fine del 2007. Il latte in polvere della Sanlu conteneva fino a duemila milligrammi di melamina al chilo mentre il limite posto dall' Unione Europea è di 20 milligrammi al chilo.

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