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L'Unione europea "vieta" il Buon Natale, Giorgia Meloni sfida Ursula: "Ci pensiamo noi"

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L'Europa "sconsiglia" di dire Buon Natale, formula giudicata politicamente scorretta e irrispettosa delle minoranze da sostituire, dunque, con un più laico ed ecumenico "buone feste". La politica italiana si ribella al diktat di Ursula Von der Leyen: "Se non fosse offensivo sarebbe grottesco - scrive su Facebook il governatore della Liguria Giovanni Toti -. Come si può pensare di vincere decenni di battaglie per l'integrazione multiculturale proibendo ogni riferimento al Natale, come vorrebbe fare l'Europa con le sue nuove linee di comunicazione?". 

 

 

 

 

 


Da Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni ironizza e rilancia: "Per la Commissione Europea il Natale potrebbe risultare offensivo o essere poco inclusivo? - domanda la leader di FdI su Twitter - Nessun problema: ci pensiamo noi a celebrarlo. Vi aspettiamo dal 6 al 12 dicembre in Piazza Risorgimento a Roma, per Atreju 2021 - Il Natale dei Conservatori. Non mancate!". Dal fronte Lega, Matteo Salvini ribadisce: "Maria, Giuseppe. Viva il Natale. Sperando che in Europa nessuno si offenda".

 

 

 

 

 

 

 

Al documento interno della commissione Ue che fissa le linee guida per una "comunicazione inclusiva" suggerendo di eliminare i riferimenti a "sesso, razza o origine etnica, religione o credo, disabilita', eta' o orientamento sessuale" replica anche Susanna Ceccardi, europarlamentare leghista: "Più che il Natale, di stressante, per rimanere a uno dei folli esempi utilizzati nelle linee guida di Bruxelles, c'è solo l'ennesimo attacco all'Europa portata, dal suo interno, dalle istituzioni europee. Soltanto la mente di un burocrate può portare la discussione ad un livello di follia tale da rimettere in discussione l'esistenza stessa del Natale. Si è cominciato col volerne cancellare il significato religioso e ora si prosegue col nome".

 

 

 

 

 



Nel mirino del Carroccio l'indicazione contenuta nel documento Union of Equality di non fare riferimento esplicito alle festività religiose, a partire appunto dal Natale, ma non solo. "La cattiva intenzione-  aggiunge Ceccardi - non è nell'utilizzo delle parole con cui ci si riferisce ad una specifica religione, agli anziani, ai signori e alle signore, e, in definitiva, agli altri, ma soltanto in chi questa cattiva intenzione ce la vuole vedere. Dobbiamo cancellare questa cancel culture".

 

 

 

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