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Biden-Putin, ecco come ridurranno l'Europa in macerie: il pericolo della guerra per procura

Renato Farina
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Tutto giusto il ragionamento dell'amico Fabrizio Cicchitto. All'ingiustizia si deve opporre, costi quel che costi, il ripristino della giustizia. Logica perfetta. Morale divina. Tale però - da portarci a morire da giovani, o da vecchi, dipende dall'età, ma la terza guerra mondiale arriverebbe proprio a domicilio come i rider di Just eat, e con essa - attenzione - il cimitero europeo, non americano, state tranquilli. Sostiene Cicchitto che Finlandia e Svezia sono i canarini del grisù per individuare le intenzioni imperiali della Russia di oggi. Finnici e svedesi se ne stavano senza paura fuori dal Patto Atlantico allorché avevano che fare con i capi comunisti, Ora vogliono l'ombrello della Nato perché Putin è più pericoloso. Da cui i quattro punti di Cicchitto (i numeri li ho aggiunti io). «1-Occorre sostenere con qualsiasi mezzo la resistenza ucraina, 2-così da indebolire Putin fino alla sconfitta, 3-se vogliamo sopravvivere 4-ed essere liberi»

 

 

La prima cosa la stiamo facendo: il problema è che da essa discende il fallimento dei tre propositi. Lo dico disponendo pure io di una cartina al tornasole assai vicina al potere e ai suoi bottoni tremendi. Paul Krugman, editorialista principe del New York Times, nonché premio Nobel per l'economia e portavoce intellettuale dei dem americani, in particolare di Biden. La Stampa domenica ha pubblicato il suo più recente e illuminante saggio. Krugman sostiene che Biden sia il nuovo Franklin Delano Roosevelt. Ne sta ripetendo le mosse. Scrive: «L'America, seppure non direttamente impegnata in combattimento, sta facendo di nuovo ciò che fece l'anno prima di Pearl Harbor:... fungiamo da "arsenale della democrazia" e offriamo a chi difende la libertà quello che occorre per continuare a combattere».

 

 


VERSO IL BARATRO
Ed ecco il paragone che ci porta diritti ad una nuova guerra mondiale come esito augurabile perché vittorioso per le forze della libertà. C'è il bene augurante precedente: «Nel 1940 la Gran Bretagna, come l'Ucraina nel 2022, ebbe un successo inatteso contro un nemico apparentemente inarrestabile... Eppure, alla fine del 1940, i britannici erano in gravi difficoltà: Roosevelt rispose con il Lend-Lease Act, la "legge degli affitti e dei prestiti" che rese possibile trasferire ingenti quantità di armi e di alimenti ai britannici messi alle strette. Quell'aiuto ... dette a Winston Churchill le risorse di cui aveva bisogno per resistere, e ciò alla fine servì a creare le condizioni per la vittoria degli alleati». La vicenda si ripete: «Oggi la legge Lend-Lease è stata ripresentata (33miliardi di dollari) da Biden e gli aiuti militari su vasta scala stanno affluendo in Ucraina». Il terzo atto incluse allora e - non lo scrive Krugman forse per pudore ma l'algoritmo porta lì- includerà oggi la guerra mondiale, bomba H inclusa.

 

 

Insomma, ecco cosa sta accadendo e accadrà. Dar modo agli ucraini di resistere, e farsi ammazzare, per «creare le condizioni della vittoria degli alleati». Guerra di logoramento da parte degli ucraini chiamati a sacrificarsi e poi bum. Andrà così? Vittoria della libertà come vorrebbero la morale e i calcoli economici di Krugman? Io direi, soprattutto morte. Agire come stanno facendo Biden e la Nato, escalation protratta nel tempo con espansione geometrica, porta allo scontro totale e mortale (per noi). Mortalissimo. Biden, Johnson e il tragico Borrell, capo degli esteri dell'Ue, dicono di voler sconfiggere la Russia, ma - come dice Jeffrey Sachs, professore della Columbia e consulente di Francesco - qualcuno ci deve spiegare come si sconfigge uno Stato che dispone di seimila missili a testata nucleare.


RILANCIO MORTALE
L'inerzia della partita - direbbe un telecronista di calcio - porta all'atomica. Tranquilli però. I più potenti non si distruggeranno tra loro, per Usa e Russia funzionerà la deterrenza reciproca. Una volta chiusa la partita, con la distruzione dell'Europa, Biden, insieme a Putin, guarderà le rovine fumanti del nostro continente, sistemando il mondo con una nuova Yalta insieme a XI Jinping. Che fare allora? Se lo sapessi, sarei Draghi. Mi limito a riferire le parole del Papa. «Soffro e piango pensando alle sofferenza della popolazione ucraina. Si assiste a un macabro regresso di umanità. Mi chiedo se si stia ricercando la pace, se si stia cercando di evitare un'escalation militare e verbale. Non ci si arrenda alla spirale delle armi!». 

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